«La sanità trentina sprofonda»: sindacati pronti allo sciopero
Le organizzazioni denunciano: dimissioni raddoppiate, rientro da ferie e riposi, turn over insostenibile, retribuzioni basse. «Risposte rapide dalla giunta Fugatti o sarà mobilitazione dura»
TRENTO. Dimissioni raddoppiate, aumento degli straordinari, rientro da ferie e riposi, rapporto infermieri/pazienti più alto delle altre autonomie speciali, fughe verso l’estero e la sanità privata, infine centinaia di professionisti che nei prossimi anni andranno in pensione rendendo ancora più grave la carenza attuale di personale. «La sanità trentina sprofonda nel totale disinteresse della giunta provinciale», è la denuncia dei sindacati del comparto, pronti a dichiarare lo sciopero se la giunta Fugatti non darà le risposte chieste.
Il comunicato unitario è firmato da Cesare Hoffer- coordinatore Provinciale Nursing up Trento, Giuseppe Varagone- segretario Uil Fpl sanità Trento, Giuseppe Pallanch- segretario Cisl Fp Trento, Paolo Panebianco- Fenalt sanità e Luigi Diaspro- segretario Cgil Fp Trento.
«I livelli retributivi – scrivono – sono fortemente inadeguati rispetto a impegno, competenza e professionalità richiesti per le singole categorie di personale e sono tra i più bassi d’Europa e all’orizzonte non esiste ancora una politica volta all’attrattività ed al trattenimento del personale, di questo passo la qualità dei nostri servizi sarà condannata a retrocedere ulteriormente nelle classifiche nazionali, noi che eravamo al “top”».
I sindacati denunciano un rapporto infermieri/pazienti «più alto che in altri territori ad autonomia speciale, inoltre nelle Apsp si gioca alzando i parametri nei turni di notte». «Nei prossimi 8/10 anni oltre 1000 professionisti sanitari ed un numero imprecisato di amministrativi e tecnici andranno in pensione, aumentando le carenze e le difficoltà di assicurare il turn over». Il personale è sempre più anziano e con limitazioni funzionali al lavoro, nonostante ciò si guarda al solo dato uscite/entrate senza considerare le maggiori difficoltà, le competenze e le professionalità richieste per una presa in carico della popolazione notevolmente cambiata quantitativamente e qualitativamente, con l’aumento di anziani e fragili e l’insorgere di patologie nuove e a volte sconosciute.
Infine, denunciano i sindacati, «nella imminente manovra di bilancio per il 2023 non c’è un centesimo per il finanziamento del triennio 2022/2024».