la vicenda

La foresteria in Alto Adige è un tugurio, il bagnino fugge: «Torno in Calabria, mi sento umiliato»

Arrivato per lavorare in un lido altoatesino con la promessa di un alloggio gratuito, il 50enne si è trovato in un locale fatiscente e sporco: è risalito in treno per tornare a casa



BOLZANO. Vieni a lavorare da noi: avrai l'alloggio gratis. Non c'è settore, in Alto Adige, che non soffra della carenza di personale: dai sanitari agli autisti del servizio di trasporto pubblico, passando per camerieri e molte altre figure legate al turismo. Molte sono le iniziative adottate per invogliare lavoratori di altre zone d'Italia a salire nella nostra provincia e, tra queste, la più applicata è senza dubbio l'offerta di un alloggio a prezzi agevolati o quanto meno "umani" rispetto alla media.

Non manca nemmeno chi, nel contratto, inserisce addirittura una camera e un posto letto a titolo gratuito. Non sempre, però, le attese di chi lascia terra e affetti per guadagnare qualche euro in più vengono rispettate. È il caso di un cinquantenne calabrese con brevetto di bagnino di salvataggio che già la scorsa estate aveva lavorato in un impianto della provincia.

L'esperienza era stata più che positiva, lo stipendio buono, vitto e alloggio ottimi. «Mangiavo bene - spiega l'uomo - avevo una camera singola pulita ed accogliente». Per questo, si era dato da fare per tornare anche questa estate, mandando diversi curricula in zona.

Era arrivata un'offerta da un lido della nostra provincia che, oltre a uno stipendio adeguato, garantiva al cinquantenne anche vitto e un posto letto. Memore dell'esperienza dello scorso anno («ho dovuto rinunciare, ma sono rimasto amico dei datori di lavoro»), l'uomo ha accettato la proposta. Ma l'entusiasmo e la speranza di evitare che una bella fetta del suo stipendio se ne andasse nell'affitto sono durate poco.

Giusto il tempo di salire in Alto Adige, alla fine della scorsa settimana. Il bagnino ha subito scoperto che il «prezioso alloggio» che gli era stato offerto altro non era che un tugurio sporco e umido, da condividere con altri dipendenti dell'impianto, dove le condizioni igieniche erano tutt'altro che garantite. Il posto letto, infatti, era un materasso ricoperto di macchie, su cui non era stato messo nemmeno un lenzuolo. Il bagno era in comune e messo non molto meglio della stanza. Di privacy, ovviamente, nemmeno parlarne. Il sogno del cinquantenne, insomma, è andato subito in frantumi e dopo una notte insonne, passata a decidere sul da farsi, il bagnino non ha avuto dubbi: trascorrere un'intera estate in quelle condizioni era impensabile.

E così, nel pomeriggio di domenica, ha raggiunto la stazione di Bolzano, è salito su un treno ed è tornato nella sua Calabria. «Ho contattato il gestore della struttura - spiega - gli ho fatto notare che in quelle condizioni era impossibile vivere e lavorare. Mi ha fatto capire che se non mi andava bene così, avrei potuto andarmene. Cosa che ho fatto. Sono tornato a casa, ma ero amareggiato e mi sono sentito umiliato».













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