il caso

Itea, boom dei piani di rateizzazione: da 300 a 1700 in un anno

L’allarme di Sunia Cgil: «Serve legare all’Icef indicizzato anche le spese condominiali. No ad altre revoche per morosità. Ristrutturare gli immobili in ottica di risparmio energetico»



TRENTO. “Sarà anche vero che nel 2022 e 2023 gli sfratti esecutivi dagli appartamenti Itea sono stati pochi, ma il dato sul numero dei piani di rateizzazione avviati lo scorso anno, passati dai 300 del 2022 ai 1700 del 2023, come dichiarato ieri dallo stesso presidente Condini, fotografa la situazione drammatica di quasi un quinto degli inquilini Itea”. L’allarme viene da Manuela Faggioni Sella, segretaria provinciale di Sunia Cgil, il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari.

“Se non si trova in fretta una soluzione strutturale, è certo che questi numeri saranno destinati a crescere. Nei prossimi mesi, infatti, è previsto un ennesimo rialzo dei prezzi degli energetici, dovuto alle conseguenze della chiusura del Canale di Suez: gli inquilini delle case popolari dovranno attivare nel 2025 un altro piano di rientro, da sommare al precedente?
Durante la prima riunione del Comitato per le politiche abitative, le organizzazioni sindacali e i sindacati degli inquilini hanno anche segnalato all’assessore Marchiori e a Itea che non è pensabile procedere con lunghe rateizzazioni o altre revoche per morosità prima di aver approfondito le reali motivazioni e responsabilità dietro agli aumenti spaventosi delle bollette. Chiediamo una verifica puntuale della correttezza dei contratti-calore stipulati da Itea e dagli amministratori esterni. Non è più procrastinabile, inoltre, l’installazione dei contatori di calorie in tutti gli alloggi tutt’ora sprovvisti, ma soprattutto va dato l’avvio con urgenza alla ristrutturazione degli immobili in ottica di risparmio energetico, dando priorità alla sostituzione di serramenti e caldaie inadeguati”.













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