Intimidazione con proiettile alla redazione dell’Alto Adige
Firmata da un sedicente gruppo anti vaccini, vengono minacciati di morte i giornalisti del nostro quotidiano e i loro familiari. Indaga la polizia scientifica. Il direttore Alberto Faustini: "Proseguiremo il nostro lavoro come e più di sempre"
VIDEO La polizia scientifica fa i rilievi in redazione
LE FOTO L'analisi del proiettile, le testimonianze dei giornalisti
IL PRECEDENTE Busta con proiettile al governatore trentino Fugatti
LA CONDANNA Solidarietà dal mondo politico e dalla società civile
BOLZANO. Una busta contenente un proiettile è stata recapitata oggi, 19 gennaio, alla redazione di Bolzano dell’Alto Adige.
Nella busta assieme alla pallottola anche una lettera, scritta con un normografo, in cui un sedicente gruppo no vax chiamato “Noi siamo il popolo” minaccia di morte l’intero corpo redazionale e i loro familiari.
Nella lettera, oltre ai giornalisti, vengono messi nel mirino il premier Mario Draghi, i virologi e la classe politica: «State dividendo il popolo italiano tra vaccinati e non vaccinati, ormai avete superato il limite», viene scritto.
La lettera prosegue chiedendo l’abolizione dell’obbligo di Green Pass e dell’obbligo vaccinale, ed è corredata di una serie di refusi tipici di queste minacce: “Grean Pass”, “politici corotti”, “trà” scritto volutamente con l’accento.
E poi la minaccia: «Se questo annuncio non viene messo in considerazione tanti di voi ed i vostri famigliari non vivranno più a lungo».
In redazione è arrivata la polizia scientifica che ha compiuto i primi rilievi e ora sta cercando di risalire agli autori della lettera.
Non è la prima minaccia di morte arrivata in redazione all’Alto Adige in questi ultimi mesi, tanto che un’indagine è già stata aperta dalle forze dell’ordine per risalire agli autori.
Il primo commento del direttore dell'Alto Adige Alberto Faustini: "Ci spiace che fare il nostro dovere - che è quello di informare in modo corretto, distinguendo le parole degli scienziati dalle opinioni estemporanee di chi vede chissà quali complotti dietro il nostro lavoro - produca simili manifestazioni d'odio, simili minacce, simile veleno. Il Paese ha bisogno dell'opposto. Di equilibrio e di fiducia. Nella scienza. Nelle istituzioni. Nel mondo dell'informazione. Proseguiremo il nostro lavoro come e più di sempre. Senza farci intimidire. Senza piegarci. Però ci guarderemo le spalle, visto che c'è chi cerca di colpirci alle spalle".
Ecco la lettera