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Incentivi auto, piano da un miliardo. Urso a Trento: «Non Maserati, ma macchine sostenibili»

Il ministro al Festival dell’economia: «Siamo in ritardo sulle auto elettriche. Fiducioso sull’incontro con Stellantis, ma lavoriamo perché l’Italia abbia anche un’altra casa automobilistica»



TRENTO. Il governo mette sul piatto un piano incentivi auto "più significativo, fino a 1 miliardo", un piano per le famiglie, e guarda all'incontro di lunedì prossimo tra l'ad di Stellantis Carlos Tavares e i sindacati con fiducia. Lo dice da Trento il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso intervistato da Skytg24. "Siamo in ritardo sulle auto elettriche perché gli incentivi negli anni passati non sono stati recepiti, gli italiani hanno preferito le auto ibride che costano meno. Per questo abbiamo fatto un piano incentivi più significativo con risorse fino a 1 miliardo. Un piano che è rivolto alla rottamazione delle auto più inquinanti ed a incentivare di più le famiglie meno abbienti. Chi ha un reddito inferiore a 30mila euro ha incentivi fino a 13.750 euro. Non voglio finanziare l'acquisto di Maserati ma di auto sostenibili che noi produciamo nel nostro Paese".

Ma non c'è il rischio, come ha detto Matteo Salvini, di incentivare anche auto prodotte all'estero? "Abbiamo fatto un piano per le famiglie italiane e chiesto a Stellantis di aumentare in maniera significativa la produzione – risponde il ministro – Nel contempo lavoriamo affinché si possa insediare un'altra casa automobilistica che oggi non c'è e questo per gli errori commessi in passato dalla sinistre. Altri paesi hanno da 4 a 7 case automobilistiche. Puntiamo ad avere 1 milione veicoli prodotti da Stellantis a Mirafiori, Melfi, Pomigliano, Cassino ma anche un'altra casa che produca con componentistica italiana". Problemi se la casa fosse cinese? "Assolutamente no, purché produca nel nostro Paese e rispetti le leggi e purché la parte sensibile dell'autovettura, la parte intelligente, sia realizzata nel nostro Paese. Quelli con cui interloquiamo ci dicono che preferiscono realizzare anche le batterie in Italia, piuttosto che produrli in Cina e portarle in Italia".













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