Il vescovo Tisi: "I dati sulle dipendenze fanno impressione"
Nel solenne pontificale di Pasqua il vescovo parla anche di "mobbing sociale che ci giudica e ci incasella, emettendo su tutto e su tutti sentenze senza appello"
TRENTO. La lunga Veglia, sabato sera, con la benedizione del fuoco e l'accensione del cero e la benedizione dell'acqua, con il conferimento a due adulti dei sacramenti di Battesimo (anche a un bambino), Cresima ed Eucarestia. Quindi il solenne pontificale nella domenica di Pasqua, al culmine del Triduo Pasquale.
In cattedrale, insieme all'arcivescovo Lauro e a numerosi concelebranti, tanti fedeli. Nell'omelia della domenica di Pasqua l'Arcivescovo esordisce con la constatazione di "un’esistenza che, spesso, appare più come un sepolcro, piuttosto che l’habitat della vita. Da qui - aggiunge - deriva anche quel vero mobbing sociale che giudica e incasella, emettendo su tutto e su tutti sentenze senza appello". Parla poi di un disagio esistenziale sul quale si sorvola. "Fanno impressione - ammette Tisi - i dati sulle varie dipendenze, da cui nessuna età è esclusa".
A Pasqua la Chiesa celebra il Risorto che per l'Arcivescovo abita "nel quotidiano delle persone". "Risurrezione - spiega - è l’onestà personale che ci invita a essere irreprensibili e sobri. Risurrezione è il tesoro prezioso di relazioni sociali costruite sull’ospitalità, la non violenza, la generosità, la sincerità. Risurrezione è spendersi per una comunità." E conclude: "La Risurrezione non è solo la rivitalizzazione di un corpo morto, ma è la messa a nostra disposizione della vita di Dio che noi possiamo toccare e incontrare nella persona di Gesù".