Il caso

Il sindacato penitenziari attacca: «A Chico Forti privilegi e accoglienza da star»

Il segretario Di Giacomo: «Il ministro Nordio mente quando nega corsie preferenziali. Ai condannati la visita alla madre concessa solo in casi molto rari e l’esame dell’istanza può durare mesi»

IL MINISTRO Nordio: "Per Chico Forti nessuna corsia preferenziale"
L'INCONTRO Chico Forti, l'abbraccio con la madre dopo 16 anni



TRENTO. "Meno male che il ministro Nordio, forse per rimediare alla figuraccia rimediata con gli americani dovuta alla sua accoglienza da star, abbia escluso qualsiasi sconto di pena per Chico Forti. C'è poco da dividersi tra "innocentisti" e "colpevolisti": per Forti c'è una sentenza di condanna emessa da un organo giudiziario di un Paese occidentale e democratico che va rispettata e quindi la pena va espiata come accade per tutte le persone condannate dai tribunali italiani". Così, in una nota, Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato polizia penitenziaria, ritorna sulla vicenda Forti che - dice - "ha bisogno di essere ricondotta nella sua giusta dimensione, prima di tutto giuridica".

Di Giacomo evidenzia come la popolazione carceraria non accetta "l'accoglienza da star e i privilegi concessi a Forti. Ripetiamo: la visita alla madre è un diritto che ai detenuti con condanne non è concesso se non in casi molto rari e dopo la presentazione di un'istanza il cui esame può durare mesi".

"Per questa ragione quando il ministro Nordio afferma che su Chico Forti non ci sono corsie preferenziali non dice il vero", si legge ancora nella nota del sindacato. 













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