la cerimonia

Il Premio De Gasperi «Costruttori d’Europa» al presidente della Slovenia Borut Pahor

Il leader sloveno: "L'idea europea è prima di tutto un progetto di pace". E ricorda la visita con Mattarella alla foiba di Basovizza e al monumero agli antifascisti sloveni: "Per mano davanti a due sofferenze"



TRENTO. "È stato promotore di un'Europa più integrata, unita, coesa e in pace": con queste motivazioni il premio Alcide De Gasperi "Costruttori d'Europa" è stato assegnato a Borut Pahor, presidente della Repubblica di Slovenia, in una cerimonia svoltasi oggi (2 dicembre) nella Sala Depero del Palazzo della Provincia a Trento.

"È per noi motivo di grande soddisfazione aver potuto promuovere e oggi ospitare la cerimonia di conferimento del premio Alcide De Gasperi 'Costruttori d'Europa'. Un premio che dal 2004 è stato attribuito a grandi personalità protagoniste della storia europea", ha detto il presidente della Provincia  Maurizio Fugatti, che è anche presidente della giuria che ha conferito il premio a Pahor.

L'ambasciatore Michele Valensise, vicepresidente della giuria, ha affermato che "ripercorrendo la lunga carriera politica del presidente Pahor, si resta colpiti dalla sintonia con alcune visioni di fondo della filosofia degasperiana. Pahor è stato propugnatore di un'Unione europea sempre più integrata, coesa, libera e in pace. La Slovenia ha risposto con entusiasmo a questa sollecitazione, allorché al momento del referendum per l'adesione all'Unione europea i suffragi raggiunsero l'89%. Per Pahor occorre aumentare la consapevolezza dei cittadini sui limiti di alternative all'Unione europea puramente nazionali; e per farlo è bene puntare su risultati tangibili, a partire da settori come salute, sicurezza e welfare", ha spiegato Valensise, che ha definito Pahor "statista di visione, umanità e pace".

Valensise ha citato il messaggio che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato in occasione del conferimento del premio. "La Repubblica italiana nutre nei suoi confronti rispetto e riconoscenza per l'importante contributo recato alla amicizia fra i nostri due popoli e alla coesione dell'Europa", ha scritto il capo dello Stato.

 "La casa di mia madre è a un chilometro dal confine con l'Italia. Ho sentito da giovane la potente idea europea. Da allora la mia fede nell'Europa non mi ha mai abbandonato, anzi, ne sono rimasto ancora più affascinato". Così Borut Pahor nel ricevere il premio. "Questo riconoscimento mi spinge a essere umile, anche se una grande fiamma di gioia e di felicità arde nel mio cuore", ha aggiunto Pahor, che ha ricordato l'amicizia con il capo dello Stato Sergio Mattarella e, in particolare, il momento in cui, nel luglio del 2020, si sono recati insieme al monumento che ricorda l'uccisione di quattro antifascisti sloveni e alla foiba di Basovizza. "Mattarella mi aveva detto che la riparazione dei torti e la riconciliazione devono suscitare sentimenti di soddisfazione reciproca. Quelle parole mi hanno colpito tantissimo. Quel giorno, davanti ai due monumenti e alle due sofferenze, ci siamo tenuti per mano", ha affermato Pahor. Parlando della sua esperienza politica (nel 2017 è stato rieletto per la seconda volta presidente della Repubblica di Slovenia), Pahor ha parlato dell'opportunità "di fare veramente qualcosa di concreto. Il ritrovamento dei resti delle vittime delle stragi del dopoguerra ha imposto a me e alla politica slovena di indagare sulla questione, correggere le ingiustizie e rafforzare il significato della riconciliazione. Ogni volta che qualcuno mi metteva i bastoni tra le ruote, facevo riferimento all'importanza della riconciliazione tra Germania e Francia, favorita anche dal grande italiano De Gasperi".

Poi un passaggio sulla guerra in Ucraina. "L'aggressione della Federazione russa contro l'Europa sovrana penso e spero accelererà ulteriormente il processo europeo. Non dimentichiamo che l'idea europea è prima di tutto un progetto di pace. Anche il nostro benessere generale è aumentato. Non c'è dubbio che l'Unione europea rafforzi il nostro benessere materiale e spirituale", ha concluso Pahor.













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