Il bovaro scomparso è stato trovato morto
Il cane è stato trovato nel depuratore di Rallo. Dopo la sua scomparsa, la proprietaria è stata vittima di un ricatto sessuale
TRENTO. La storia di bovaro è finita nel peggiore dei modi: è stato trovato morto nella tarda mattinata di oggi (martedì 6 aprile) nella vasca delle acque nere del depuratore di Rallo. Il bovaro del Bernese, era scomparso dalla casa dei suoi proprietari due domeniche fa e il giorno dopo era stato fatto il post su Facebook per ampliare le ricerche.
“Prima ho ricevuto una telefonata – spiega la proprietaria - alla quale non ho risposto perché stavo lavorando, poi sono iniziati ad arrivare i messaggi. Dopo qualche scambio generico mi è stato detto che il cane lo avrei potuto riavere in cambio di foto sexy. Ho avvertito subito i Carabinieri che mi hanno consigliato di non rispondere più e che avrebbero agito sulla base della mia denuncia. Senza saperlo, il soggetto in questione che però potrebbe essere anche una donna, mi ha nuovamente telefonato”.
Il consiglio dei Carabinieri come ci ha spiegato la proprietaria, era stato quello di non assecondare quella che a tutti gli effetti era un’estorsione a sfondo sessuale che aveva come obiettivo quello di colpire una persona nei suoi sentimenti per indebolirla al punto tale di accettare il ricatto.
Ieri mattina l’epilogo: “La mia impressione è che qualcuno se ne sia voluto disfare. Il cane pur essendo un Bovaro aveva paura dell’acqua e mai ne sarebbe venuto a contatto. In più non solo è inspiegabile come possa essere arrivato al depuratore di Rallo, ma anche come sia finito nella vasca dal momento che l’area è recintata e a detta degli operatori non è mai successo che un animale anche selvatico finisse dentro la vasca, morendo annegato”.
A questo punto però la vicenda assume contorni del tutto diversi perché pare certo che il cane non si sia allontanato spontaneamente da casa, ma che sia stato rapito e dopo il tentativo d’estorsione adesso c’è anche l’uccisione dell’incolpevole Bovaro. “ Non riesco a farmene una ragione – ci dice la proprietaria – forse non avrei dovuto fare il post su Facebook che ha avuto 10 mila condivisioni, non vorrei aver messo pressione a chi lo aveva che ha deciso di sbarazzarsene.
Spero che indagini portino all’identificazione dei responsabili: non potranno restituirmi Amadeus, ma magari si riesce ad evitare altri episodi simili. Intanto ho preso un tranquillante perché sono troppo agitata”.