«I numeri danno torto ai no-vax. I vaccini sono la nostra arma, usiamola»
Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del laboratorio di virologia dell’istituto “Spallanzani” di Roma: proteggiamo i nostri bambini, al più presto
TRENTO. «I contagi sono tornati a correre e si rischia un’ulteriore accelerata favorita dagli incontri tipici di queste giornate di festa. Però noi abbiamo un’arma potente per sbarrare la strada all’avanzata del virus: vaccinazione prima possibile per chi non l’ha ancora fatta; booster a cinque mesi dalla seconda dose. e poi rispetto rigoroso delle regole: distanziamento, mascherina, igienizzazione delle mani». La raccomandazione arriva da Maria Rosaria Capobianchi: il virus che da due anni sta tenendo in scacco il mondo, lo conosce bene, perché da direttrice del laboratorio di virologia dell’istituto “spallanzani” di roma è stata a capo del team di donne che per primo, il 2 febbraio del 2020, ha isolato il coronavirus sars-cov-2.
Una scoperta importantissima nella lotta alla pandemia, in quanto ha consentito di mettere a punto i test sierologici per accertare la presenza del virus e ha dato il via alla ricerca per il vaccino. è stata anche la prima, il 27 dicembre del 2020, a vaccinarsi.
Questa nuova ondata di contagi - che interessa anche persone vaccinate con due dosi - rischia di dare forza ai no-vax che in Alto Adige purtroppo sono tanti. È esattamente il contrario.
Ovvero?
Quello che sta succedendo ne conferma la validità: aumentano i contagi, ma non nello stesso modo i ricoveri. Significa che i vaccini ci stanno proteggendo dal rischio di sviluppare la malattia in maniera grave e finire magari in Terapia intensiva. In ospedale infatti ci sono prevalentemente non vaccinati; oppure pazienti che la seconda dose l’hanno fatta tanti mesi fa. Per questo dopo cinque mesi bisogna rafforzare la protezione con il booster per proteggersi anche da Omicron.
Vaccinazioni anticovid per i bambini. Lei cosa ne pensa?
Ai genitori dico: non abbiate pregiudizi o preconcetti. Proteggete i piccoli, vaccinandoli prima possibile.
Ma i bambini anche se si infettano in linea di massima non sviluppano la malattia in maniera grave.
Purtroppo non vale per tutti. Ci sono bambini che finiscono in ospedale e anche sui bambini come sugli adulti si registrano, anche a distanza di mesi, gli effetti del long Covid.