sanità

Gli infermieri trentini: “Serve altro personale, le assunzioni fatte sono state totalmente insufficienti”

Il sindacato Nursing Up: “E' passato un anno ma nulla è cambiato in meglio, non lasciateci soli a portare il peso della pandemia". E sul nuovo centro Nemo: “Era proprio necessario e prioritario?”



TRENTO. La novità era stata salutata con grande entusiasmo dai vertici dell'Azienda sanitaria e della Provincia. A Villa Rosa è stato attivato NEMO, centro d'avanguardia nella cura delle malattie neuromuscolari, un grande risultato per la sanità trentina. Non tutti sono della stessa opinione, però.

“Era proprio necessario e prioritario?”. A chiederlo è Nursing Up, il sindacato degli infermieri. “Nemo è stato attivato impegnando ex-novo ulteriori risorse infermieristiche, già carenti in tanti altri settori, quelli peraltro più strenuamente impegnati nell'emergenza covid – fa sapere Cesare Hoffer, coordinatore del sindacato – dunque, era proprio urgente ed indifferibile l'attivazione di questo nuovo reparto? Non si poteva aspettare qualche mese? Questa decisione ha comportato la sottrazione di infermieri che invece sarebbero serviti come il pane nelle pneumologie, rianimazioni, medicine e nei reparti e servizi dell'azienda sanitaria impegnati nell'emerganza covid. Evidentemente non si è ritenuto invece prioritario garantire condizioni lavorative vivibili ai nostri professionisti, ormai sfiniti da condizioni di lavoro inumane e in certi reparti non più sopportabili, vista anche la cronica mancanza di un'adeguato recupero psicofisico: ferie e riposi in alcuni settori sono ormai una chimera”.

Nursing Up fa anche il punto della situazione in generale riguardo la lotta alla pandemia: “E' ormai passato un anno dall'inizio della pandemia, ma nulla è cambiato in meglio, ci sembra di essere tornati al punto di partenza. Siamo alla terza ondata Covid, le assunzioni effettuate in questi mesi, peraltro a rilento, sono totalmente insufficienti a soddisfare il fabbisogno, anche perché la prossima apertura della nuova terapia intensiva, la neurochirurgica del S.Chiara, assorbirà ulteriore personale infermierisitico ed Oss. Ora ci aspettiamo una celere assunzione di nuovo personale infermieristico, vista anche la presenza di neolaureati appena usciti dal polo universitario di Trento, ci sono inoltre graduatorie concorsuali e selettive attive dalle quali attingere immediatamente. Non intervenire con provvedimenti urgenti significa mettere ulteriormente a rischio la salute dei nostri colleghi, la qualità e sicurezza delle cure, la tenuta del sistema”.

In ultima un appello alla politica: “Chiediamo con forza alle istituzioni di non lasciarci soli a portare sulle nostre spalle il peso della pandemia, vogliamo essere ascoltati e coinvolti nelle decisioni, perché se crolliamo noi, crolla l'intero sistema sanitario provinciale. All'Azienda Sanitaria, a Fugatti e Segnana abbiamo scritto numerose lettere, ora ci aspettiamo un deciso intervento, altrimenti non ci resterà che andare alla mobilitazione del comparto sanità”.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.