Trappole “a tubo” per orsi e serata con la popolazione 

L’assessore Dallapiccola ieri ha incontrato sindaci, imprenditori locali e gente comune dopo gli ultimi assalti predatori. Lunedì 9 assemblea pubblica a Bondo 



VALLE DEL CHIESE. I recenti assalti dell’orso hanno alzato il livello di guardia degli allevatori locali e le loro proteste verso la Provincia. E allora, l’assessore incaricato Michele Dallapiccola, che di professione fa il veterinario, ha deciso ieri mattina di salire da piazza Dante a Bondo per incontrare sindaci, imprese agricole e turistiche, semplici cittadini del Chiese. Con loro, fare il punto e annunciare che il prossimo 9 luglio si terrà a Bondo un'assemblea pubblica, aperta a tutta la popolazione, sulla "questione orso". Incontro che si annuncia molto partecipato, visto il centinaio di persone presenti già ieri mattina. I sindaci hanno avuto modo di confrontarsi direttamente con l’assessore Dallapiccola e con i funzionari del Servizio Foreste e fauna (erano presenti il dirigente generale del Dipartimento Territorio, agricoltura, ambiente e foreste Romano Masè, il dirigente del Servizio Foreste e fauna Maurizio Zanin e l'esperto di grandi carnivori Claudio Groff) manifestando il grande disagio conseguente alle ultime scorribande dell'orso in zona. «La gente ha paura a camminare nel bosco - spiega il sindaco Franco Bazzoli - la presenza dell’orso è una problematica complessa, che crea danni agli allevatori ma anche al settore turistico. Ergo, serve una soluzione concreta, basta parole».

Nei boschi della Valle Rendena ci sono 7 orsi, altri 3 sono stati censiti nelle Giudicarie, numeri che appaiono stabili da cinque anni. Quanti di questi possono essere considerati "pericolosi"? È quanto il Servizio Foreste sta accertando attraverso una azione di monitoraggio che in queste settimane si è fatta più intensa e capillare. Parallelamente, come ha spiegato Dallapiccola - si sono collocate anche alcune trappole "a tubo" con l'obiettivo di catturare gli orsi per poterli poi collarare, operazione che consentirà, dopo la loro liberazione, di poterne registrare gli spostamenti ed i comportamenti, individuando appunto i soggetti più problematici.

Operazioni, queste, che stanno impegnando intensamente i forestali che operano nelle zone di presenza dell'orso, ma che da sole non possono certo scongiurare altre predazioni. «La Provincia - ha affermato l'assessore - è al fianco delle popolazioni che stanno sopportando questi disagi e sta facendo tutto quanto è possibile fare in questo momento per cercare di mitigare il fenomeno nel rispetto dell'attuale quadro normativo. Abbiamo chiesto allo Stato di darci la competenza sulla gestione dei grandi carnivori: la norma di attuazione è in attesa di essere esaminata dal consiglio dei ministri, mentre approveremo presto una apposita legge provinciale allo scopo di salvaguardare le attività agricole in montagna, che sono oggi messe a rischio da orsi e lupi. Il problema deve essere risolto innanzitutto a Roma ed il Trentino sta facendo quanto è nelle sue possibilità per arrivare ad ottenere la facoltà di poter gestire in proprio la presenza dei grandi carnivori, cercando al contempo anche di costruire alleanze con altre regioni, quali ad esempio il Veneto e la Toscana, oltre all'Alto Adige con il quale la sintonia di vedute è totale. Sono fiducioso, perché a Roma abbiamo oggi interlocutori sensibili a questo tema, e il prossimo 12 luglio avrò un altro incontro con il ministro all'ambiente Sergio Costa».

Gli stessi sindaci della Valle del Chiese si stanno mobilitando per arrivare ad un documento comune sulla questione orso, ben sapendo che non è proponibile alcuna "scorciatoia": «La strada da perseguire - lo ha rimarcato anche Romano Masè - è quella di una convivenza gestita, affrontando caso per caso le situazioni, giacchè gli orsi non sono tutti uguali e non tutti, anzi pochi, sono quelli che creano danni e disagi».















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