La “Madonna de Settember” a spalla, la tradizione vive
BONDONE. Fino a metà degli anni 60 a Bondone portare la statua delle Vergine in occasione del giorno della “Madonna de Settember” era non solo un onore ma comportava anche un costo. Allora a...
BONDONE. Fino a metà degli anni 60 a Bondone portare la statua delle Vergine in occasione del giorno della “Madonna de Settember” era non solo un onore ma comportava anche un costo. Allora a contendersi quel prestigioso momento di ritrovo del paese erano per lo più i giovani che lasciavano per poche ore il lavoro pur di esserci e perpetuare ai giovani una tradizione vecchia di decine e decine di anni. Ebbene ieri pomeriggio, al rito religioso, ci sono stati non solo tanta partecipazione, ma anche un gran numero di portatori. Che, nella circostanza, non hanno pagato il becco di un quattrino, ma si sono alternati nel portare a spalle la statua il cui peso è piuttosto importante.
« Ai tempi nostri – dice Aurelio Cimarolli – all'incant (asta) la squadre in lizza spendevano 3 o 400 mila lire per accappararsi il percorso chiesa – Santella della Plos con la statua della Madonna e bambino en bros. Erano gli anni in cui la curazia era stata demandata al compianti don Mansueto Bolognani e don Giuseppe Pellegrini». Stavolta dietro la Vergine oltre a due sacerdoti, l'arciprete don Andrea Fava e don Michele Canestrini anche il sindaco Gianni Cimarolli, il suo vice Giacomo Valerio, la collega Chiara Cimarolli il comandante della stazione carabinieri di Storo maresciallo Tava nonché la rappresentanza dei vigili del fuoco volontari con il comandante Fausto Cimarolli.
La chiesa era ben addobbata, ma anche ben rappresentata. La corale parrocchiale ha per prima intonato “Andrò a vederla un dì” e poi lungo il tragitto “Salve Regina” e “Mira il Tuo Popolo” come ai tempi della Madonna Pellegrina e del congresso eucaristico degli Anni 50. Dentro l’androne e le viuzze del paese catene in carta colorata come all'epoca si faceva uso nel giorno del Corpus Domini. Poi tutti quanti sul sagrato per un momento di festa. «A gestire e organizzare il tutto noi del gruppo alpini e le varie realtà di volontariato», conclude il capogruppo degli alpini, Sergio Valerio.