L’idea di fusione fra Storo e Bondone si è già sciolta 

L’opportunità. Con la fine dell’anno sono scaduti i termini per la convocazione del referendum che avrebbe dovuto interpellare i cittadini. Ma il sindaco Turinelli non molla: «Sarà ineluttabile»


Stefano Marini


Storo. La fusione dei Comuni di Storo e Bondone è fallita. Con la fine dell’anno sono scaduti i termini per la convocazione del referendum che avrebbe dovuto interpellare i cittadini delle 2 comunità chiesane sull’opportunità di unirsi in una singola municipalità e non c’è quindi nessuna di arrivare alla fusione prima delle elezioni comunali di maggio. Nonostante tutto c’è ancora chi non si da per vinto. È il caso del sindaco di Storo Luca Turinelli che definisce l’unione del suo Comune con quello di Bondone come qualcosa che in futuro si rivelerà “ineluttabile”.

Della fusione fra Storo e Bondone si parla ormai da tempo. Il tema divenne d’attualità poco prima della tornata elettorale comunale del 2015, con l’allora sindaco di Storo Vigilio Giovanelli che lanciò l’idea non ottenendo però grandi riscontri. In ogni caso se ne discusse anche nella campagna elettorale che a Storo vide poi prevalere Luca Turinelli. Erano anni in cui il clima politico provinciale appariva molto favorevoli ai processi di aggregazione dei Comuni, tanto che si arrivò ad imporre a quelli più piccoli la scelta fra la fusione (resa appetibile tramite vari benefit) e la gestione associata dei servizi. Proprio questa seconda strada venne percorsa da Storo e Bondone che si associarono condividendo gli uffici con l’aggiunta del Comune di Castel Condino. Per Bondone e Storo questo passo parve il prodromo di una completa fusione, processo che si sarebbe dovuto se non completare almeno iniziare nella consiliatura ormai agli sgoccioli. Turinelli, va detto, ci ha sempre creduto, dichiarando a più riprese la sua intenzione di far nascere un nuovo Comune da oltre 5 mila abitanti. Intenzioni che però si sono dovute arrendere di fronte alle resistenze dei rappresentanti comunali di Bondone.

«In questi anni ci siamo incontrati più volte con i rappresentanti di Bondone per discutere la questione della fusione fra le nostre comunità – commenta Turinelli – purtroppo però non siamo mai riusciti ad arrivare ad una fase operativa. L’ultimo incontro è stato l’estate scorsa quando la giunta comunale di Bondone ci ha comunicato che i tempi non erano ancora maturi per avviare questo processo. Con la scadenza del 31 dicembre ormai alle spalle è quindi ormai conclamato non si potrà più consultare direttamente i cittadini prima della fine della consiliatura. È sicuramente uno stop ma la questione non può dirsi terminata, perché l’unione fra Storo e Bondone resta ineluttabile. La parte più complessa del processo è stata completata con la gestione associata dei servizi. Posso capire che la comunità più piccola sia un po’ restia ad abbracciarne una più grande ma c’è anche da dire che unendosi a Storo per Bondone ci sarebbero grandi vantaggi, basti pensare alle risorse aggiuntive cui potrebbe accedere facendo parte di un comune da più di 5 mila abitanti e a quelle extra che si potrebbero sbloccare dal fondo perequativo. Diventerebbe ad esempio molto più facile fare politica su tutta una serie di temi, a partire dal turismo con un forte rilancio della parte Trentina del lago d’Idro».

Turinelli insomma ci crede ancora e anche questo probabilmente diventerà un tema per la campagna elettorale che ormai incombe.













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