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Gioco d’azzardo patologico: serata per conoscere i rischi

STORO. Il sottile confine tra gioco e patologia. E' quanto si andrà a parlare e confrontarsi nel corso di una serata informativa dedicata al gioco d’azzardo patologico dal titolo “Questa è l’ultima...



STORO. Il sottile confine tra gioco e patologia. E' quanto si andrà a parlare e confrontarsi nel corso di una serata informativa dedicata al gioco d’azzardo patologico dal titolo “Questa è l’ultima volta” in programma mercoledì 2 (alle 20.30) all’oratorio di Storo. A questo proposito, Croce Rossa Italiana – Gruppo Valle del Chiese, in collaborazione con Caritas Decanale Condino e Oratorio di Storo, organizzano una serata informativa dal titolo “Giocare responsabilmente? Il sottile confine tra gioco e patologia”. «A gestire l'incontro - anticipano Ettore Fornasari e Jessica Rinaldi esponenti della Croce Rossa di valle - due esperti del settore come l’educatrice Monica Sadler e lo psicologo Michele Zagni che metteranno a disposizione le proprie competenze ed esperienze per informare e sensibilizzare il pubblico sul tema del gioco d’azzardo patologico».

«Inizia così, con una fine che non arriva mai, la storia di molte persone comuni che, attratte dal miraggio del guadagno facile, si addentrano senza volerlo in un territorio pericoloso, come quello del gioco d’azzardo patologico. A volte si inizia con un banale “Gratta e vinci”, altre con una monetina inserita frettolosamente in una slot machine e altre ancora cimentandosi nel poker online oppure scaricando qualche nuova applicazione sul proprio smartphone. C’è chi inizia per tentare la fortuna e dare una svolta decisiva alla propria vita, chi per disperazione, chi per noia e chi per moda: oggigiorno i giochi sono così tanti e così diversi tra loro da non avere una ragione d’essere comune e arrivare a coinvolgere non solo adulti, ma anche giovani e giovanissimi. Per imparare a gestire contesti complessi come quelli descritti, estrapolando il divertimento e la leggerezza che ci possono regalare ed evitando i dannosi “effetti collaterali” che riescono a celare, è opportuno approfondire la propria conoscenza riguardo ad essi. Una buona occasione per approfondire le proprie conoscenze su questo fenomeno, acquisirne una maggiore consapevolezza, imparare a valutare in modo oggettivo la propria situazione oppure trovare il modo migliore per aiutare veramente chi ha già oltrepassato il sottile confine tra gioco e patologia». (a.p.)













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