lodrone - la denuncia di sergio scalvini: bisogna abbatterli 

A malga Tonolo cinghiali come Unni sui prati d’alpeggio

LODRONE. Ci risiamo. A Storo nelle ultime settimane i cinghiali sono tornati a colpire devastando ampi tratti di alpeggio. La situazione più drammatica al momento si registra a malga Tonolo, sulla...


di Stefano Marini


LODRONE. Ci risiamo. A Storo nelle ultime settimane i cinghiali sono tornati a colpire devastando ampi tratti di alpeggio. La situazione più drammatica al momento si registra a malga Tonolo, sulla montagna della frazione di Lodrone, da dove il malgaro in procinto di cominciare la stagione lancia un accorato appello per l'abbattimento degli ungulati.

«Nelle ultime notti i cinghiali si sono davvero sbizzarriti - dice Sergio Scalvini, il malgaro che con la moglie, Merice Stagnoli gestisce malga Tonolo, dove produce latte e formaggio di montagna - hanno devastato l'alpeggio in più punti, scorticando il terreno. Il problema è che le mucche da latte evitano i punti dove sono passati i cinghiali, per cui si riduce l'area sulla quale possono pascolare. Il lavoro svolto fin qui per preparare l'alpeggio è andato perso e ora dovremo correre per porvi rimedio».

A giudizio di Scalvini il problema dei cinghiali si risolve in un modo solo. Eliminandoli: «L'alpeggio è protetto da reti elettrificate, ma i cinghiali nemmeno ci fanno caso - prosegue Scalvini - abbiamo dei cani, ma quando arriva un branco di cinghiali hanno paura anche loro. I dissuasori sonori per un po' funzionano, poi i cinghiali si abituano e siamo daccapo. Purtroppo l'unica soluzione efficace se si vuole aiutare chi fa agricoltura in montagna è l'abbattimento dei capi. A me non importa che se ne occupino la Forestale o i cacciatori, l'importante è che i cinghiali siano messi in condizione di non nuocere».

Che la situazione in Valle del Chiese sia fuori controllo non lo sostiene solo Scalvini. Nella mezza montagna da Storo fino almeno a Boniprati, ovunque sono visibili i segni del passaggio di numerosi branchi. Una realtà testimoniata anche dai cacciatori che le scorse notti hanno abbattuto ben 8 cinghiali sopra l'abitato di Darzo. Una bella caccia che però non appare sufficiente a contenere le bestie. In zona è stata avvistata una femmina con 11 piccoli, ed è chiaro come non si tratti dell'unica cucciolata messa al mondo dalla prolifica specie. Da più parti si invoca il ricorso alle doppiette, e una mano in questo senso potrebbe arrivare da una recente delibera provinciale ispirata dai consiglieri provinciali Tonina, Giovanazzi e Fasanelli che in un comunicato congiunto scrivono: «Con l’approvazione di questa delibera, si permette ai cacciatori di effettuare gli abbattimenti del cinghiale su tutto il territorio provinciale in concomitanza con l’esercizio della caccia agli altri ungulati, facendo in questo modo un concreto passo avanti nel contenimento e nell’eradicazione delle forme ibride di cinghiale e raggiungendo nel contempo un accordo che consente di dare risposte a numerosi problemi che allevatori e agricoltori hanno sollevato negli ultimi tempi».













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