lo scenario

Fine del governo, ora cosa succede? Ecco quando torneremo alle urne

L’ipotesi più probabile per la chiamata al voto è il 2 ottobre. Ma il 15 ottobre scadono i termini per la presentazione della legge di bilancio



ROMA. Uno degli interrogativi che si rincorrono a poche ore dalla caduta del governo Draghi riguarda quando voteremo. In realtà i tempi dettati dalla Costituzione sul periodo che deve passare dallo scioglimento delle Camere al voto e sulla nascita di un nuovo governo sono piuttosto rigidi.

L'articolo 61 della nostra Carta stabilisce che «le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti». In passato, però, tra il decreto di scioglimento delle Camere da parte del Quirinale e le successive urne sono trascorsi sempre tra i 60 e i 70 giorni, si è dunque sfruttato pienamente l'intervallo concesso dalla Carta fondamentale.

I motivi sono molteplici: campagna elettorale, creazione e presentazione delle liste, raccolta di firme (tra le 1.500 e le 2.000 in ogni circoscrizione proporzionale per i partiti che non hanno gruppi parlamentari).

Poche parole tra una battuta e tanti applausi: ecco l’intervento di Draghi a Montecitorio

«Prima di tutto, grazie!». Sono le parole con cui il presidente del consiglio, Mario Draghi, ha aperto il suo intervento alla Camera. Ne è seguito un lungo applauso.

Se dunque, per ipotesi, le Camere venissero sciolte entro i prossimi giorni, i cittadini potrebbero recarsi ai seggi domenica 25 settembre. Ma restano ugualmente o più probabili domenica 2 ottobre o domenica 9 ottobre. I motivi sono due: primo, evitare una campagna elettorale in piena estate, secondo, dare modo alle circa 40.000 persone della comunità ebraica italiana di festeggiare Rosh Hashanà, il capodanno ebraico, che quest'anno cade proprio l'ultima domenica di settembre.

Questo è il motivo per cui, in caso di fine anticipata della legislatura, il nuovo esecutivo si insedierebbe in autunno inoltrato, all'incirca tra la fine di ottobre e primi di novembre.  

Sempre l'articolo 61 della Costituzione stabilisce che «la prima riunione delle Camere ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni», quindi si arriverebbe a una data tra il 15 e il 29 ottobre. Il 15 ottobre è anche la data limite per presentare alle camere la legge di bilancio.

Una volta eletti i Presidenti di Camera e Senato e formati i gruppi parlamentari, Mattarella aprirebbe le consultazioni, il cui esito dipende dalla chiarezza del risultato elettorale.

Nel 2018 si votò il 4 marzo e il governo Conte I giurò l'1 giugno, cioè 90 giorni dopo; nel 2013 dopo le urne del 24 febbraio il governo Letta giurò il 28 aprile, vale a dire 63 giorni dopo; nel 2008, dopo il chiaro successo del centrodestra il 13 aprile, il giuramento del Berlusconi IV arrivò l'8 maggio, quindi dopo 25 giorni dal voto.













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