Un reportage targato Predazzo in uno dei paesi più poveri
Predazzo. A Parma, questa primavera, in contemporanea con le manifestazioni relative a “Parma, capitale italiana della cultura”, al museo di arte cinese ed etnografico ci sarà anche un po’ di...
Predazzo. A Parma, questa primavera, in contemporanea con le manifestazioni relative a “Parma, capitale italiana della cultura”, al museo di arte cinese ed etnografico ci sarà anche un po’ di … Predazzo. Spieghiamo: vi saranno una mostra fotografica e la proiezione di alcuni documentari sulla Sierra Leone di cui sono autori il fotografo Pier Luigi Orler e il cineoperatore Graziano Bosin. Il loro compito è quello di documentare in uno dei paesi più poveri del mondo il lavoro svolto che alcuni volontari italiani con la creazione dal nulla di scuole e università.
Il loro sarà un reportage, cucito poi dal giornalista parmense Luigi Alfieri, che ha un suo filo rosso tratto dalla celebre frase del premio Nobel Malala Yousafzai, la giovane attivista pakistana che all’età di 11 anni curò per la Bbc un blog in cui sferrando un durissimo attacco al regime dei talebani contrario alle donne disse: “Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo”.
Anche la Sierra Leone è un mondo povero, poverissimo dove la scuola, che manca, deve o dovrebbe essere il primo gradino della lunga scala che porterebbe i loro abitanti ad una vita almeno dignitosa.
Alcuni numeri statistici spaventosi sulla Sierra Leone: nella classifica dell’Onu si trova al quintultimo posto nella scala dei valori dello sviluppo umano, il 90 per cento degli abitanti è senza energia elettrica, il 37 per cento senza acqua. Vi sono tre medici ogni centomila abitanti, nessun specialista. L'aspettativa di vita non raggiunge i 50 anni. L'età media della popolazione è di 19 anni.
Pierluigi Orler, celebre fotografo di Predazzo, scelto dalla Fuji Film Italia come suo “Ambassador”, e il cineoperatore Graziano Bosin sono partiti dal qualche giorno alla volta della Sierra Leone vi rimarranno fino alla fine del mese. Gireranno per le scuole elementari e medie aperte dai volontari italiani che ruotano attorno al mondo delle missioni dei Padri Saveriani e Giuseppini. Mostreranno i bambini alle prese con lo studio e, quel che forse ancor più conta, la misera quotidianità in cui si vive in questa terra.
Il reportage, dunque, che sarà proiettato a Parma, sarà una pur amara attrattiva parallela alle manifestazioni di “Parma città italiana della cultura”. G.D.B.