Degustazioni in alta quota: il simposio regala emozioni
canazei. Non ci si lasci ammaliare solamente dal paesaggio dolomitico, dalla quota che inebria un po’ e dall’infilata di bottiglie di vino custodite al Rifugio Maria. Il “Simposio Top Wine 2950”, la...
canazei. Non ci si lasci ammaliare solamente dal paesaggio dolomitico, dalla quota che inebria un po’ e dall’infilata di bottiglie di vino custodite al Rifugio Maria. Il “Simposio Top Wine 2950”, la cui 21ª edizione si è svolta il 12 ottobre, è un evento culturale. E non solo per gli appassionati del buon bere. Lo intuisce chi va oltre al semplice assaggio del vino proposto dalla ventina di cantine trentine e altoatesine, che sono l’anima della manifestazione. Lo approfondisce chi, tra le tantissime persone salite al Sass Pordoi (complice il bel tempo) non solo per ammirare il panorama fassano sorseggiando qualche ottimo calice, partecipa alle degustazioni condotte da Giuliano Cadrobbi e dai colleghi sommelier di Fassa e Fiemme organizzatori con la società d’impianti Sitc dell’evento. Ma soprattutto, ne resta conquistato chi conversa con i produttori e viene a conoscenza di storie affascinanti, fatte di sconfitte, di vittorie e di una ricerca continua che spesso attraversa famiglie per generazioni: un vino è una singolare opera d’arte, frutto di molteplici componenti. Basta un quid - spesso inspiegabile - perché un’annata risulti la migliore di sempre.
«Al “Top Wine” - spiega il fassano Roberto Anesi, miglior sommelier d’Italia 2017 - ci s’imbatte in racconti d’eccellenza. La selezione delle cantine presenti è garanzia di qualità e il luogo in cui si svolge di eccezionalità assoluta. Partecipo da anni a numerose degustazioni in tutto il mondo, ma questa non la perderei mai. E non solo perché la Val di Fassa è casa mia».
L’unione di primati - non da ultima la presenza dello chef stellato Stefano Ghetta che, con diversi colleghi dell’associazione “Cheghes de Fascia”, ha garantito agli ospiti ottimi finger food e primi piatti a base di pasta Felicetti - è sicuramente la chiave del successo del “Top Wine”, dove ambiscono essere presenti non solo i produttori vitivinicoli trentini e altoatesini, che da sempre fanno la parte del leone. Da qualche anno gli organizzatori invitano una “guest star”: quella dell’edizione 2019 è la senese “Barone Ricasoli” di Gaiole in Chianti, in rappresentanza della Toscana. «È la prima volta - dice Federico Ordile, della “Barone Ricasoli”, cantina tra le più antiche e blasonate del mondo - che partecipiamo a un evento così originale per tipologia e location».
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