Chiara Corradi, la vita tra orto e api in val di Fiemme: «Così è rinato Maso Doss»
A 22 anni la scelta di dedicarsi all’azienda di famiglia: «La scelta del biologico, il problema dell’acqua. Il mio sogno? Renderla sostenibile anche dal punto di vista ambientale»
VAL DI FIEMME. I giovani che hanno partecipato e vinto l’edizione Oscar Green 2022 organizzato da Coldiretti Giovanimpresa, hanno veramente una marcia in più. Dopo la bella storia della scorsa settimana, anche la ragazza che ha vinto l’edizione 2022 della sezione “Custodi d’Italia” ha veramente un coraggio eccezionale alimentato ogni giorno dalla passione che ha portato alle ragioni della sua scelta. Ma anche una sensibilità speciale per l’ambiente al punto che tutte le produzioni dell’azienda sono certificate biologiche. Parliamo di Chiara Corradi, una ragazza appena ventiduenne, ma che ha idee chiare sul suo futuro professionale. La sua azienda è stata premiata per aver saputo recuperare e rimettere in coltivazione un vecchio maso poco fuori Capriana, in Valle di Fiemme, all’imbocco del comprensorio ladino, sulle scoscese sponde che il torrente Avisio ha scavato nell’arco dei secoli.
Lo stato di “Maso Doss” era quello di completo abbandono quando la famiglia di Chiara lo acquistò dieci anni orsono. Si poteva accedere unicamente tramite un ripido sentiero troppo stretto e sconnesso per passare con qualunque mezzo meccanico. Negli anni la famiglia di Chiara ha investito molto sia in termini di investimenti che di lavoro non potendo utilizzare nessun macchinario per l’eccessiva pendenza dei terreni e per la mancanza di un accesso adeguato. Poco alla volta tutti i terrazzamenti sono stati riportati allo stato di poter essere coltivati.
"Il mio obiettivo – racconta Chiara Corradi, che da quando ha finito l’Istituto Agrario, corso professionale in viti-frutticoltura, ha iniziato a lavorare per lunghi periodi dell’anno al Maso Poli di Pressano condotto dalla famiglia Togn - era quello di creare un’azienda agricola autosufficiente e ricca di biodiversità”. Due anni fa, a soli vent’anni Chiara decide di lasciare il lavoro presso l’azienda Togn e dedicarsi interamente allo sviluppo dell’azienda anche perché con le attività praticate nei 2 ettari scarsi riusciva a raggiungere il monte ore richiesto. Di qui l’apertura della partita Iva e la domanda del premio d’insediamento che le è servito sia per proseguire nelle bonifiche che per l’impianto a poco meno di 1000 metri di un vigneto di 2000 metri quadrati di viti della varietà Solaris, una varietà Piwi ossia resistente a tutte le principali crittogame.
Ma l’attività principale è quella dell’apicoltura, una passione che il papà che di professione fa l’elettricista mi ha passata. "La produzione di miele di quest’anno è andata bene con l’acacia ma poi la siccità ha inciso anche sulla vita delle api”.
Un’altra attività importante è quella dell’orticoltura biologica, anche questa, come tutte le altre colture praticate in azienda, certificata biologica. "Coltiviamo tutti i tipi di lattughe, tutti i tipi di cavoli dal cavolo cappuccio al cavolfiore di tutti itipi al cavolo nero, tre tipi di biete, patate, sedano”.
Alla nostra domanda di come sia la situazione per l’acqua da irrigazione necessaria per gli ortaggi particolarmente di questi tempi, Chiara ci dice che per fortuna c’è una piccola sorgente vicino al maso e poi integrano con l’acqua dell’acquedotto fin che possono. “Certo in futuro dovremo pensare a fare una riserva per la conservazione di tutta l’acqua che sgorga dalla nostra sorgente e probabilmente pensare anche di attingere per l’emergenza nel torrente Avisio”.
“La maggior parte dei nostri prodotti viene venduta direttamente in azienda a km zero, ma durante l’estate frequento anche i mercati di campagna amica di Cavalese e Tesero, ma faccio anche le bioceste in collaborazione con dei gruppi di acquisto”, racconta Chiara. Fra i progetti futuri quello che più le piacerebbe è la realizzazione di una piccola cantina con annesso agriturismo dove valorizzare al meglio i prodotti aziendali.
E il mercato del biologico come va? "Sicuramente i residenti apprezzano molto la scelta del biologico, molto meno i turisti fino a quando non vengono in azienda a toccare con mano questa coltivazione di un terreno scosceso incastonato in mezzo ai boschi dove tutto è biologico, ma ancor più naturale perché non uso quasi nessuno dei prodotti autorizzati per l’agricoltura biologica”.
“Certo - precisa Chiara - a vent’anni ci sono anche molti sogni nel cassetto il più importante è quello di arrivare a rendere completamente sostenibile la mia azienda non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico”. Alla domanda se dopo due anni è pentita della scelta, netta la risposta: “Assolutamente no! se tornassi indietro la rifarei di certo”. Chiara è impegnata anche nel sociale come membro di Coldiretti Giovanimpresa, ed ha l’hobby della musica: suona sia il pianoforte che il basso elettrico, ma non disdegna prendersi cura dei cani quando i proprietari vanno in vacanza come dog sitter.
La sua scelta ha lasciato molto perplessi gli amici “che però quando vengono a vedere l’azienda rimangono meravigliati e mi capiscono benissimo”. E’ legata a Nicola che lavora in un’azienda di carpenteria meccanica del papà.