«Carlo, laborioso e disponibile»
La tragedia di Capriana. Il paese natale di Carlo Capovilla, morto lunedì sera a 56 anni, travolto da un tronco, ieri era sconvolto e incredulo Il ricordo della sorella Grazia: «Visto che era in ferie, voleva mettere a posto le piante cadute in strada e prepararsi la legna per l’inverno»
Capriana. Grande impressione ha suscitato la tragica scomparsa di Carlo Capovilla, il cinquantaseienne di Capriana che è stato travolto da un tronco, mentre era intento al lavoro di sramatura a pochi chilometri da casa in località Pra del Manz. Una tragedia che si è consumata lunedì sera probabilmente verso le 19 senza testimoni e senza che nessuno si sia accorto di niente. Come ci ha raccontato la sorella Grazia, il fratello Carlo era partito dalla sua abitazione, situata in pieno centro del paese, in via Giovanni Battista Dallio, verso la 17,30. L’obiettivo era quello di andare a terminare il lavoro che aveva iniziato il giorno prima.
In ferie
«Visto che era in ferie – ha raccontato la sorella Grazia Capovilla, visibilmente sconvolta dall’improvvisa perdita del proprio caro – voleva assolutamente ultimare i lavori per allestire alcune piante che erano cadute lungo la strada e prepararsi la legna per l’inverno. Ma quando sono arrivate le 19.30, mia la mamma, visto che Carlo non aveva a fatto ancora ritorno a casa per la cena ha incominciato a preoccuparsi seriamente. Dalla finestra di casa ha chiamato subito il vicino Ferruccio Capovilla (che è anche vigile del fuoco) per raccontare che era preoccupata perché suo figlio era su nel bosco a tagliare la legna e non aveva ancora fatto ritorno a casa. E così Ferruccio Capovilla insieme ad un altro vigile del fuoco sono subito saliti in macchina in direzione Pra del Manz». Purtroppo poco prima della nota località dove avvengono le feste campestri, sotto una piazzola, a pochi passi sotto la strada hanno subito trovato il corpo di Carlo Capovilla ancora sotto la pianta di abete che lo aveva travolto.
I soccorsi
Allora con grande tempismo hanno allertato il 118 e sul posto è arrivato il medico rianimatore, ma non c’è stato nulla da fare. Il tronco che Carlo aveva liberato dai rami lo aveva travolto e gli era passato sul volto, ma con il suo peso gli ha procurato lo schiacciamento del torace. Constatato quindi il decesso, avvisati i carabinieri della Compagnia Comando di Cavalese, guidata dal maggiore Enzo Molinari, e il magistrato di turno della procura di Trento, il corpo dello sfortunato operaio è stato trasportato poi all’ospedale di Cavalese e ricomposto nella camera mortuaria.
Dopo gli accertamenti di rito e i rilievi effettuati dai carabinieri della stazione di Molina il magistrato ha concesso subito il nulla osta per la sepoltura che si terrà questo pomeriggio alle 15 nella chiesa parrocchiale di Capriana.
Tanti ricordi
Ma in paese di Carlo Capovilla hanno tutti un gran bel ricordo. Era un uomo impegnato nel volontariato, di poche parole, schivo e generoso. Era anche vicepresidente dell’associazione del fante di Cavalese. «Una persona buona, laboriosa e disponibile per gli altri – ricorda il gelataio Franco Simonazzi – aveva una gran passione per la bicicletta». «Una gran perdita come persona e come compagno di lavoro - sottolinea il collega Walter Delvai di Carano che lavoravano insieme alla Vap di San Lugano. «Non ha mai dato fastidio a nessuno, pensava solo al suo lavoro, una grande perdita per tutta la nostra collettività – ha aggiunto Enzo Zacchino di Capriana -. Siamo andati anche noi per portare la nostra solidarietà ai famigliari di Carlo nella camera mortuaria dell’ospedale di Cavalese».
Le nipoti
A fianco del necrologio, che invita le persone a “non portare fiori, ma opere di bene” c’erano anche un toccante messaggio delle due nipoti Giorgia e Tamara che dava una descrizione di come era lo zio Carlo: «Uomo di montagna, taciturno e sensibile. Come il nonno ama il bosco e andare per funghi. Ci ha voluto insegnare anche quanto fragile sia l’uomo e lo ha pagato a caro prezzo».