Auto sanitaria in alta stagione, Detomas preoccupato
POZZA . Il consigliere Giuseppe Detomas (Ual) ieri mattina ha chiesto all’assessore Zeni deludicazioni sull’auto sanitaria d'emergenza a Pozza di Fassa: «Come si pensa di garantire il servizio in...
POZZA . Il consigliere Giuseppe Detomas (Ual) ieri mattina ha chiesto all’assessore Zeni deludicazioni sull’auto sanitaria d'emergenza a Pozza di Fassa: «Come si pensa di garantire il servizio in alta stagione?» Il consigliere chiedeva all'assessore se sia vero che il presidio relativo al servizio dell'auto sanitaria d'emergenza oggi a Pozza di Fassa, verrà accentrato presso un unico nucleo a Cavalese, se sono stati considerati i disagi e le disfunzioni che questa eventualità causerebbe alla val di Fassa in termini di mancata copertura del servizio, in che modo si pensa di garantire questa copertura specialmente in alta stagione turistica, visti i frequenti trasferimenti dovuti ai turni del personale addetto.
L’asssessore provinciale alla salute Zeni ha precisato che la «costante riorganizzazione» del sistema sanitario punta a migliorare sempre più i servizi. «Ma in questo caso, ha spiegato, il servizio non è stato modificato in alcun modo, perché l’accorpamento citato è solo di tipo amministrativo e gestionale». Il servizio continua quindi ad avere sede a Pozza di Fassa. L'unica differenza è che i mezzi partono da Cavalese con il personale a bordo. Zeni ha aggiunto che con il pieno coinvolgimento dei volontari la riorganizzazione, costantemente monitorata, rende il servizio per la val di Fassa ancor più efficiente rispetto alla situazione precedente. E ha concluso evidenziato come la presenza capillare della rete delle associazioni dei volontari, costituisce l’elemento portante del modello di soccorso trentino. «Stiamo lavorando affinché la percezione di questa rete del volontariato sia identica a quella del soccorso prestato dai dipendenti».
Il consigliere Detomas si è dichiarato insoddisfatto della risposta. A suo avviso non si comprende come possa essere più ragionevole una gestione del personale distribuito tra Cavalese e Pozza di Fassa come quella prevista dalla nuova organizzazione. Se per caso ne derivassero disfunzioni, ha avvisato, bisognerà che qualcuno se ne assuma la responsabilità, «perché non è tollerabile che l’intero sistema di soccorso sanitario sia basato sul volontariato». La verità per Detomas è che con questa riorganizzazione «la val di Fassa paga il prezzo della sua perifericità».