A Palazzo Jellici in mostra le foto di Giulia Varesco
Tesero. Inaugurata la speciale mostra fotografica “(No)Where” di Giulia Varesco, allestita in Casa Jellici a Tesero. Si tratta della sua prima uscita in pubblico con una personale per far conoscere...
Tesero. Inaugurata la speciale mostra fotografica “(No)Where” di Giulia Varesco, allestita in Casa Jellici a Tesero. Si tratta della sua prima uscita in pubblico con una personale per far conoscere al grande pubblico le sue straordinarie doti di attenta ritrattista della natura e delle sue forme. Alla vernice è intervenuta la stessa sindaca di Tesero Elena Ceschini, affiancata dall’assessora alla cultura Silvia Vaia che hanno espresso vivo apprezzamento per l’impegno, la forza e il coraggio della giovane fotografa che nella mostra mette in evidenza la sua passione e il suo amore per la natura e per i viaggi. «L’occhio umano ha dei limiti, ma non l’immaginazione che è libera da costruzioni e tende soltanto all’infinito», è il motto della giovane artista.
Giulia Varesco nata a Cavalese 23 anni fa ma cresciuta a Tesero, nel cuore delle Dolomiti e dei boschi di Fiemme, panorama che ha sempre alimentato il suo interesse per la natura e per le forme, caratteristica particolarmente evidente nei suoi lavori. Nel 2015 Giulia si iscrive al corso di fotografia all’Istituto Europeo di Design di Milano, dove inizia a concretizzare quel sogno coltivato fin da bambina e tramandatole dal padre. Nel 2018 consegue il titolo di laurea triennale in arti visive e incomincia il suo cammino nel mondo del lavoro non lasciando mai da parte il mondo dell’arte.
Dopo svariati spostamenti fra Milano, Bruxelles, Malta e Copenhagen l’idea di dar vita ad una prima mostra fotografica personale nel suo comune natale è un traguardo importante, preludio di quella voglia di fare e dire che è tipica della curiosità intellettuale.
«Ed è proprio dal suo amore verso i viaggi – sottolinea la storica e critica d’arte Federica Giobbe – che si sviluppa il concetto base della mostra –(No) Where con la quale Giulia vuol trasmettere le emozioni e le sensazioni private e vissute al momento dello scatto, raccogliendo le vibrazioni stilistiche e cromatiche che le stesse immagini trasmettono a chi le osserva , a coloro che quel preciso istante in quel preciso luogo non lo hanno vissuto in prima persona. Ma il cuore della mostra, come sottolinea ancora la critica d’arte dottoressa Giobbe, è il concetto della decontestualizzazione, vale a dire l’estrazione dal proprio contesto. Negli scatti immutabili e istantanei di Giulia Varesco il tempo e lo spazio sembrano come arrestati da una forza centripeta apparente».
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