Felicetti, la pasta in confezioni di carta inquina di meno
Lo studio commissionato all'Università di Trento: cala del 57% il consumo da fonti non rinnovabili. E la pasta lunga riduce la massa degli imballaggi
TRENTO. Il Pastificio Felicetti di Predazzo, unico in Europa sopra i 1.000 metri di altitudine, ha avviato da tempo l'introduzione di confezioni in carta al 100%, ma ha anche commissionato una ricerca all'Università di Trento per rispondere a una domanda molto semplice: il packaging di carta è più sostenibile, ma in quale misura?
I ricercatori dell'ateneo trentino - che hanno compiuto un'analisi Lca (Life cycle assessment) valutando il ciclo di vita delle due soluzioni di imballaggio, in carta e in plastica - certificano che il pacchetto di carta riduce in maniera decisamente consistente gli impatti ambientali per le due fondamentali categorie di indicatori: -30% riscaldamento globale, -57% consumo di fonti non rinnovabili.
Di contro, lo stesso studio evidenzia che molto resta da fare per migliorare ulteriormente la performance sul fronte dei consumi. Il volume maggiore del materiale (la carta ha più massa della plastica) in fase di confezionamento comporta una minore velocità di avanzamento dell'impianto, quindi consumi comunque elevati.
Tra le curiosità emerse dallo studio anche il minor impatto della pasta lunga rispetto a quella corta, per le dimensioni delle confezioni che incidono sulla pallettizzazione, consentendo una riduzione complessiva della massa degli imballaggi.