giovani agricoltori

Federica Braito, vacche e agritur dopo la laurea in mediazione linguistica

A 26 anni ha scelto insieme alla sorella di dare continuità all’azienda di famiglia in val di Fiemme


Carlo Bridi


DAIANO. Chi l’avrebbe detto che una ragazza con laurea in mediazione linguistica, dopo il liceo linguistico, sarebbe entrata nell’azienda zootecnico- agrituristica della famiglia? E questo si badi bene dopo aver lavorato con soddisfazione per un anno a La Sportiva con un ruolo molto interessante. Federica Braito, 26 anni, non ha mai avuto dubbi sul fatto che il suo obiettivo professionale sarebbe stato quello di entrare a far parte del team della famiglia assieme alla sorella per dare continuità all’azienda famigliare.

Si tratta di un’azienda particolare dove non si punta solo ad allevare  vacche da latte, salvo una decina di capi, ma capi da ingrasso della razza Limousin, una razza che dà un’ottima carne che la famiglia Braito valorizza e utilizza quasi in toto per il proprio agritur poco sopra Daiano.

Per prepararsi a questo lavoro Federica ha dovuto frequentare il corso per il conseguimento del brevetto professionale organizzato dalla FEM.  Ha fatto domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento ad aprile ed è in attesa di conoscere l’esito della domanda per partire subito con i lavori di bonifica di prati e pascoli attorno alla stalla e renderli più accessibili. Su questi pascoli oltre ai capi da rimonta vengono lasciate libere anche le fattrici dei bovini da carne almeno per il primo periodo dopo la fecondazione.

Federica ha iniziato a lavorare a tempo pieno in azienda da gennaio del 2020 operando principalmente in due settori: la gestione del ristorante e la contabilità dell’azienda.

L’azienda ha una superficie di 11,3 ettari di prati più la superficie dedicata all’alpeggio, il latte delle 10 vacche da latte va alla Latte Trento, mentre tutta la carne ottenuta dalle 20 vacche Limousin viene utilizzata nell’agriturismo che si è così specializzato nella preparazione della carne. Quella più prelibata è quella delle scottone, una manza di 2 anni del peso di circa 550 kg, che viene servita sulla pietra oleare, una pietra che assicura la possibilità di cottura secondo i gusti del cliente. Tutti i menù preparati dal cuoco Fedele, un cuoco locale di Varena, ruotano intorno alla carne, non solo quella di bovino ma anche di maiale. Le costine di maiale, del proprio allevamento, durante la cottura vengono bagnate con la birra di Fiemme, fatta da un giovane birraio che abita poco distante, e che anni fa è stato uno dei protagonisti di questa rubrica.

Tutti i piatti vengono serviti con la polenta fatta con la farina si Storo o con le patate saltate o con l’insalata di cavoli o i crauti ad autunno, tutti prodotti in azienda. Negli ultimi anni, con l’arrivo delle due sorelle, l’azienda si è notevolmente sviluppata  e oggi è fonte di lavoro per parecchie persone, al ristorante dell’agritur che ha 70 posti interni più quelli esterni lavorano complessivamente 6 persone, ma fra stalla e altre attività durante la stagione ha una ventina di dipendenti. “I conti sono tenuti sotto controllo da papà Claudio, ma anch’io do una mano nella gestione della contabilità”, racconta Federica. 

Tra i progetti per il futuro,  quello di riuscire a migliorare l’organizzazione dei vari settori dell’azienda portando sempre nuove professionalità. Ma da ragazza molto pragmatica, Federica ha anche un sogno concreto, che spera diventi presto realtà: costruire una bella famiglia con il fidanzato Leonardo che però fa un’altra professione.

Alla domanda se dopo due anni e mezzo dalla scelta è pentita, netta la risposta: “Assolutamente no, anche se l’esperienza alla Sportiva è stata positiva, ma il mio obiettivo era la nostra azienda, è molto importante anche il conoscere le lingue”. Quasi scontata la sua risposta sulla sensibilità ambientale: “Per noi afferma, un corretto rapporto con l’ambiente è fondamentale, pensiamo al contributo che diamo alla conservazione dell’ambiente mandando le bestie al pascolo, sono terreni che se non pascolati si rimboschirebbero subito creando una bruttura”. Alla domanda se hanno pensato a trasformare l’azienda in biologica, risponde che in questo momento non vede tecnicamente possibile la trasformazione in azienda biologica, ma non lo esclude affatto per il futuro.

L’attività in azienda è molto assorbente anche perché il locale agrituristico con la ristorazione è aperto tutto l’anno, "ma quando c’è una manifestazione da organizzare in paese non faccio mai mancare la mia collaborazione”. Daiano, pur essendo un piccolo paese, ha quattro giovani che si dedicano all’agricoltura.













Scuola & Ricerca

In primo piano