Elia e Matteo, due amici che puntano su mele e biologico in val di Non con “El Mat”
Bettelli, 28 anni, e Andreis, 22, hanno scommesso sul distretto biologico di Vervò. E anche se il primo anno è stato segnato dalla grandine, non hanno smesso di sognare in grande
VERVO’. La storia che raccontiamo è veramente del particolare, ed è quella di 2 giovani uno noneso e uno solandro che si erano conosciuti facendo i dipendenti in un’azienda agricola e che poi hanno deciso di partire da zero con una propria azienda, ma attenzione, volevano che fosse biologica. Cosa non certo facile, particolarmente in Valle di Non dove è difficile trovare terreni in affitto e quelli già convertiti in agricoltura biologica lo è ancora di più.
Ma con tanta pazienza e un po’ di fortuna sono riusciti a trovare all’interno del distretto biologico di Vervò ben 3,5 ettari di frutteti già coltivati con il metodo biologico che dall’inizio del 2021 hanno potuto iniziare a coltivare in affitto.
Parliamo di Elia Bettelli, 28 anni, di Cles, laurea in economia a Bologna e master a Milano sulla gestione aziendale e di Matteo Andreis, 22 anni di San Giacomo Val di Sole, con diploma alla Fem.
Ma quali sono le ragioni che hanno portato i due giovani ad unirsi nel sodalizio costituendo la società agricola semplice: “El Mat”, giocando sia sulle iniziali dei due nomi che sul fatto che è un po’ folle imbarcarsi in Valle di Non ha costruire un’azienda agricola dal nulla e per di più biologica.
Un altro aspetto che unisce i due giovani è il comune credo per le produzioni biologiche e l’aver fatto delle esperienze all’estero. Elia ha fatto un anno in Australia, 7 mesi a Lisbona per l’Erasmus, 4 mesi ad Amsterdam per tirocinio e 6 mesi a Monaco di Baviera, mentre Matteo ha fatto un periodo di tirocinio con la scuola in Germania.
Ma da cosa è nata l’idea di costituire una società e quindi un’azienda biologica? "Sicuramente dal fatto che ci siamo resi conto delle grandi potenzialità che ha il biologico in Valle di Non, non solo per le mele ma anche per i succhi di frutta” spiegano.
La società ha fatta domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento, ora i due soci sono in graduatoria e aspettano di completare il monte ore di formazione per chiedere l’acconto che aspettano in grazia perché essendo partiti da poco più di un anno hanno bisogno di risorse fresche.
Con il premio d’insediamento prevedono di acquistare anche la macchina per il diserbo meccanico, ma anche fare impianti di piccoli frutti cominciando dal ribes da utilizzare per la produzione di succhi.
L’azienda ha sede a Vervò ed è composta di 3,5 ettari di meleti delle varietà: Golden Delicious, Gala Fuji e Canada, più piccole quantità di altre varietà. Sono distribuiti i diversi appezzamenti ma sempre ricadenti nel distretto del biologico. Purtroppo la prima annata è stato molto sfortunata, una pesante grandinata ne ha ridotto la produzione dal punto di vista quantitativo ma ancor più qualitativo.
Il potenziale dell’azienda è sui 450 quintali ad ettaro ma l’anno scorso è andata male. Anche per la produzione di purea e di succhi la frutta non può essere troppo rovinata dalla grandine. "Per fortuna c’era un’adeguata copertura assicurativa che ha permesso di ridurre i danni economici” afferma Elia.
Quella parte di prodotto che non viene trasformato in succhi di mela, molto apprezzati sul mercato di Bologna e di Milano, precisano i soci all’unisono, viene conferita alla Sft che valorizza bene il prodotto biologico grazie anche alla collaborazione coni produttori biologici dell’Alto Adige.
“In prospettiva puntiamo molto al contenimento anche dei trattamenti permessi per i produttori biologici, realizzando grazie anche alla comprensione del proprietario delle torrette meteo per la gestione dell’azienda con i moderni criteri dell’agricoltura 4.0. finalizzata al contenimento dell’uso dei fitofarmaci ma anche dell’acqua per l’irrigazione”.
Sempre nell’ottica di una frutticoltura sostenibile, che richiede l’uso di meno fitofarmaci, man mano che si presenterà l’esigenza del rinnovo dei frutteti, saranno messe a dimora le varietà resistenti in quanto hanno meno esigenze per la loro difesa dalle crittogame.
Alla classica domanda se vi sono sogni nel cassetto, dopo un profondo respiro Elia risponde che "si, anzi sono tanti ma il più importante che spero si realizzi presto è quello che di riuscire a strutturare bene l’azienda visto che i primi problemi stanno già sorgendo. Il nostro sogno è quello di riuscire a raccontare il territorio, del quale i nostri prodotti sono solo un aspetto, assieme a quello della conservazione delle biodiversità e dell’ambiente”.
Sia Elia che Matteo sono impegnati anche nel sociale come membri del consiglio direttivo di Agia, il movimento giovanile di Cia. Fra gli hobby, di Elia uno particolare, quello di fare i cappelli di feltro tipo borsalino, ma non disdegna l’arrampicata, lo scii, ed il basket, mentre Matteo è un appassionato di moto cross e di sci.
Elia è sentimentalmente legato con una ragazza vicentina che grazie allo smart working per Covid 19 permette loro di convivere a Cles.