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Docet, la critica alle linee guida per l’educazione civica: «Stravolgono la Costituzione»

Il commento di Christian Raimo, docente e scrittore, militante in Avs: «La scuola dei doveri? Il dovere in sé non ha senso. Nella costituzione c’è il dovere alla solidarietà». Stesso discorso per i termini “talenti” e “meritocrazia”
DOCET L’associazione apolitica dei docenti



TRENTO. "Abbiamo un documento straziante per bruttezza che è stato emanato da poco che sono le nuove linee guida per l'educazione civica. In questo documento di una bruttezza esasperante va fatta un'analisi del testo, da cui si nota una revisione di alcuni concetti chiave della Costituzione".

Lo ha detto Christian Raimo, docente, scrittore e militante di Alleanza Verdi e Sinistra, a Trento, in occasione della presentazione dell'associazione di insegnanti trentini "Docet". "Per esempio viene notato che la scuola deve essere la scuola dei doveri. Il dovere in sé è senza senso. Nella Costituzione c'è il dovere della solidarietà", ha aggiunto Raimo, spiegando che "c'è uno stravolgimento del senso delle parole della Costituzione".

Un altro caso è quello della parola "talenti", "che non esiste nella Costituzione, e che viene spesso ripetuta" nelle nuove linee guida per l'educazione civica. "E anche questa è una parola che ha una lunga storia, brutta direi". Raimo ha riflettuto anche sulla parola "meritocrazia", citando il libro "The raise of meritocracy" di Michael Young, che "immagina una società in cui finalmente governa chi ha merito". "Questa utopia però si sfascia su se stessa, ma soprattutto mostra quali sono le due gambe del tavolo che non tengono. La prima è: e gli stupidi? E chi è meno intelligente, o meno portato, o più stanco, o svogliato, o psicologicamente a terra? È un cittadino di serie B? Seconda questione: chi decide il merito? È chiaro che il merito è una condizione che è storicamente data". 













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