Variante 15, Bresciani: «Il sindaco non doveva firmare l’accordo»
Arco. Nei documenti che accompagnano la seconda adozione della Variante 15 a cui il consiglio comunale procederà nelle prossime settimane ci sono un paio di elementi che non hanno convinto l’ex...
Arco. Nei documenti che accompagnano la seconda adozione della Variante 15 a cui il consiglio comunale procederà nelle prossime settimane ci sono un paio di elementi che non hanno convinto l’ex vicesindaco Stefano Bresciani, che per questo motivo ha presentato un’interrogazione.
In primis una questione di opportunità: vista l’imminente scadenza della consiliatura, Bresciani ha fatto notare che sarebbe stato meglio che a firmare gli accordi pubblico-privati fossero il segretario generale o la dirigente piuttosto del sindaco, visto che così si rischierebbe «di dare una veste alquanto propagandistica ad un evento che è sostanzialmente tecnico». In seconda battuta Bresciani, tralasciando le integrazioni e le modifiche realizzate in adeguamento ai pareri forniti dalla Provincia, si è concentrato su una variante che è stata modificata per una semplice osservazione del privato, con il quale si è sottoscritto un secondo accordo: «Il privato proprietario delle aree fra prima e seconda adozione, dopo aver già sottoscritto accordo formale, ha chiesto ora la rideterminazione delle quantità edificatorie realizzabili nell’ambito perequativo. Una scelta meramente discrezionale in quanto, seppure supportata da un parere tecnico, non si può dimenticare che, come per gli altri privati, l’accordo era già sottoscritto». L’operazione a cui Bresciani fa riferimento è lo scambio fra l’area di via Venezia, accordata in edificazione al privato, e quella nei pressi dell’erigendo teatro all’ex Quisisana, che andrà a disposizione del Comune. A questo punto l’ex vicesindaco chiede, fra l’altro, come si intende procedere: se l’amministrazione ha intenzione di intervenire in questo modo anche con altri privati o se pensa di stralciare alcune posizioni prima dell’adozione finale. G.R.