Ugo Bike torna a casa dopo 4.000 chilometri in bicicletta
In tre settimane ha pedalato da Capo Nord ad Arco: «Mi sono fatto il regalo per i miei 70 anni ma fra renne e gelo è stata una vera impresa»
ARCO. «Mi sono fatto un regalo di compleanno pazzesco, una cosa mai vista prima, probabilmente neppure mai tentata, ma pedalando in mezzo alle renne e quasi sempre sotto la pioggia è stata una vera impresa. Adesso tiro il fiato emi riposo qualche giorno». Il volto tirato e gli occhi lucidi tradivano inevitabilmente la fatica accumulata nei 23 giorni trascorsi sulla sella della sua fidata bicicletta ma il sorriso di Ugo “Bike” Perini, appena sceso dai pedali, era raggiante, soddisfatto di aver portato a termine un viaggio che sulla carta era al limite delle possibilità umane, soprattutto per un ciclista – seppur allenato da mesi di preparazione e con un passato da agonista - di settant’anni appena compiuti. Ma il fisico di Ugo Perini è una macchina quasi perfetta, persino esaminata qualche anno fa da uno studio che ha coinvolto oltre cento persone di diverse nazionalità. «È venuto fuori che ho delle caratteristiche quasi uniche», spiega con un filo di imbarazzo lo stesso Perini, ciclista esperto e grande uomo di sport. Ieri, al traguardo nel cuore della sua San Giorgio, superato dopo oltre 4.000 chilometri (e 22.000 metri di dislivello), c’erano ad attenderlo gli amici di sempre, i compagni di tante avventure, i suoi compaesani, tutti riuniti per festeggiare l’impresa appena portata a termine. Ugo Bike è transitato sull’arrivo a braccia alzate come nelle vere competizioni e come gli accadeva spesso da giovane. D’altronde, la sua è stata una vera vittoria. Partito da Capo Nord il 4 luglio, dove era giunto il giorno prima in auto, assieme al fisioterapista Davide Pellegrini che lo ha seguito chilometro dopo chilometro, l’arcense ha impiegato 23 giorni per fare rientro a casa. Nel suo tragitto ha varcato sei confini di Stato passando dalla Novergia alla Finlandia e quindi in Svezia, Danimarca, Germania, Austria e Italia, dove è giunto un paio di giorni fa, prima dell’ultima fatica da Laives ad Arco, con varie tappe a salutare gli amici. «A Trento, prima di scendere in Vallagarina e quindi in Busa, mi sono incontrato con Francesco Moser - racconta Ugo - che conosco da una vita e che ha voluto salutarmi e chiedermi come era andata. Devo dire che non è stata una passeggiata e che difficilmente consiglierei questo “giro” da compiere in bici. È andata bene, certo,mami sono successe tante cose, alcune anche belle da raccontare. Mi piacerebbe organizzare un momento pubblico per condividere con gli appassionati e i semplici curiosi questo mio viaggio che è stata una vera avventura. Ma ci penserò fra qualche giorno, adessomi riposo un po’».