«Teatro di Bolognano, meglio abbatterlo»
ARCO. «Se la Curia non permette al teatro di avere una nuova vita, tanto vale abbatterlo, e avere la possibilità di utilizzare la sua area come spazio per le attività esterne». Ad affermarlo, Franco...
ARCO. «Se la Curia non permette al teatro di avere una nuova vita, tanto vale abbatterlo, e avere la possibilità di utilizzare la sua area come spazio per le attività esterne». Ad affermarlo, Franco Righi, presidente di Noi Oratorio Arco, in riferimento alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da don Franco Torresani (riportate sulle nostre pagine), sul diniego di piazza Fiera al progetto di risanamento dell’oratorio-teatro di Bolognano, la struttura risalente al 1949, che nel 2011 è stata dichiarata inagibile. «Il progetto iniziale prevedeva la demolizione e la ricostruzione del teatro, e la messa a norma degli spazi dell’oratorio, e sfiorava il milione e mezzo di euro – ha precisato Righi – per questo fin da subito il nostro direttivo ha richiesto un intervento ridotto, nello specifico la realizzazione di nuovi servizi igienici e di un montacarichi o ascensore che permettesse anche ai disabili di raggiungere il secondo piano, ma nulla si è compiuto». L’associazione, nel frattempo, si è però attivata per ridare dignità agli spazi dell’oratorio dell’Oltresarca, che da un anno a questa parte ha cominciato a ripopolarsi grazie alle diverse manifestazioni che vi hanno fatto ritorno, quali il Carnevale, il grest, e le attività pomeridiane con i bambini e i ragazzi. «Tra qualche giorno ci sarà la firma del contratto, e la Parrocchia dell’Addolorata darà ufficialmente in gestione gli spazi della struttura di Bolognano alla nostra associazione – ha aggiunto il presidente di Noi Oratorio Arco – l’oratorio funziona, e tutti i nostri volontari hanno voglia di mettersi in gioco: con il Palio delle Contrade, la Festa dell’Addolorata, il grest e le altre iniziative puntiamo a smentire il pensiero comune che Bolognano sia un paese dormiente». La fusione tra l’oratorio di Oltresarca e quello di San Gabriele non basterà, però, a riportare “a casa” la rassegna Cattoi, che prenderà il via il 19 gennaio e che è stata programmata, ancora una volta, presso la Casa della Comunità di Nago. «Le compagnie che sono venute ad Arco lo scorso mese per ‘Su e zo dal palco’ hanno apprezzato il nostro teatro, per questo siamo ancora convinti che la Cattoi possa tornare nel suo paese d’origine - ha concluso Righi – non demordiamo, anzi, continueremo a lavorare per realizzare questo sogno». (s.bass.)