«Pullman piccolo, siamo ammassati»
Dro. Gli alunni delle scuole di Dro chiedono un pulmino più grande. Perché quello in uso oggi è inadeguato per rispettare i protocolli di sicurezza anticovid. «Sono un alunno della scuola media di...
Dro. Gli alunni delle scuole di Dro chiedono un pulmino più grande. Perché quello in uso oggi è inadeguato per rispettare i protocolli di sicurezza anticovid.
«Sono un alunno della scuola media di Dro - racconta uno studente -. Abitando a Pietramurata usufruisco del servizio di trasporto scolastico e come me ci sono altri 44 aventi diritto. Il martedì e il giovedì non avendo lezione il pomeriggio torniamo a casa con un veicolo a mio parere inadeguato, io ho già segnalato la cosa nelle sedi opportune, ma nulla è cambiato. Il numero degli abbonati supera il limite consentito dal veicolo, poiché la targa apposta all’interno del mezzo riporta un numero di posti pari a 45, autista compreso».
«Il mezzo ha dimensioni molto più ridotte rispetto ad una normale corriera, sia in larghezza sia in lunghezza - spiega ancora -. Le file dei sedili sono così disposte: a destra del corridoio centrale di sono due file di posti, a sinistra altre tre file e poi in fondo ci sono sei posti. E’ evidente che i sedili in dotazione sono molto più piccoli di quelli normali, visto che ci devono stare sei persone sedute una affianco all’altra. I ragazzi delle medie non sono piccoli come i bambini della scuola dell’infanzia. Io ad esempio sono alto un metro e ottantacinque e in quei posti riesco a starci solo rannicchiato, inoltre ognuno di noi ha uno zaino di notevoli dimensioni. In queste condizioni c’è da augurarsi che non accada mai niente perché così ammassati è pericoloso viaggiare».
«La situazione è particolarmente problematica alla luce della pandemia in corso - illustra -. La scuola mette in atto una serie di regole per favorire il distanziamento interpersonale e noi cerchiamo di rispettarle con impegno, ma poi ci troviamo a viaggiare schiacciati come sardine su un mezzo del tutto inadeguato a questo servizio. Se uno di noi dovesse essere positivo, il contagio potrebbe diffondersi più facilmente».
«Vorrei sottolineare ciò che sta a cuore a me e anche ai miei compagni - conclude -: che la scuola rimanga aperta. Forse non siamo tutti amanti dello studio, ma i lunghi mesi del lockdown sono stati molto difficili e abbiamo scoperto quanto siano preziose la scuola e le relazioni reali».