Riva. «Noi spompati e a fine corsa? Diciamo che in questi anni non abbiamo visto tutto questo vigore provenire dalla Comunità di Valle presieduta da Malfer»: replica così, il sindaco uscente (e aspirante rientrante) Adalberto Mosaner, ai rilievi mossi da uno dei suoi sfidanti, che aveva motivato la propria discesa in campo parlando di “assoluta mancanza di energia dell’attuale compagine di governo”.

Mosaner, lei ha deciso di andare alla caccia del terzo mandato, mentre il suo principale sfidante iniziale, Claudio Molinari, dopo il lockdown ha rinunciato, venendo poi sostituito da Mauro Malfer. Con quale convinzione e con quale stato d’animo si ripresenta?

«Il lavoro svolto durante la pandemia per dare risposte importanti a cittadini e imprese mi ha convinto ulteriormente a confermare la mia disponibilità a chi mi aveva chiesto di ricandidarmi, nonostante i mesi difficili alle spalle e quelli che arriveranno. È certo che poi lo sforzo deve essere di tutta la coalizione».

Parte della sua maggioranza uscente (in primis il Patt) ha deciso di aderire al progetto civico-territoriale centrista guidato da Malfer, che a sua volta nel 2015 era stato eletto nella sua coalizione, con l’Upt. Come interpreta questa “diaspora”?

«Anzitutto c’è da dire che noi rimaniamo il centrosinistra autonomista, perché molti autonomisti sono rimasti con noi, e ci siamo pure rafforzati con una lista in più. Premesso questo, assistiamo a un tentativo di rinvigorire un centro “neutro” che negli ultimi vent’anni non ha mai avuto prospettive. È evidente che la frammentazione politica non giova a nessuno, tantomeno quando è frutto della precisa volontà di una delle parti».

Volontà di? Essere determinante in caso di ballottaggio?

«Direi che è esattamente quello che sta succedendo. Anche se quel polo variegato dovrebbe anzitutto fare chiarezza al proprio interno. Il candidato sindaco ha detto che in caso di ballottaggio sono disponibili a fare accordi, ma è stato subito sconfessato da un altro componente di spicco della coalizione».

Cosa vi differenzia dal polo civico-territoriale, composto da molti ex del centrosinistra?

«Anzitutto il fatto che noi di certo non diciamo di non avere riferimenti ideologici (non si possono non avere quando si parla di diritti civili ed Europa), dopodiché ci sono differenze importanti anche nel programma: per esempio noi in fascia lago vogliamo davvero un parco, gli altri vogliono le case, sui tetti delle quali di certo non crescono gli alberi. Gli altri sono disposti a discutere di tunnel nel Brione e magari di Valdastico, noi no».

E voi, come vi comporterete in caso di ballottaggio?

«Anzitutto puntiamo a vincere, o comunque ad avere un buon risultato al primo turno. Dopo il primo turno eventualmente avvieremo dei ragionamenti. È evidente che il nostro impianto valoriale è del tutto diverso da quello della destra e che ci sono divergenze notevoli su più di un punto del programma dei cosiddetti centristi. Quanto ai 5 Stelle, bisognerebbe che prima fosse trovata una quadra a livello nazionale e in ogni caso il pallino sarebbe in mano alle segreterie politiche. Per questo ci stiamo concentrando esclusivamente sul convincere gli elettori della bontà della nostra proposta».

Le vostre priorità?

«Il nostro programma è molto ampio e a quello rimando per tutti i temi che riguardano opere, ambiente, innovazione, cultura e tanto altro, però non possiamo non ricordarci che stiamo venendo da una pandemia che porterà contraccolpi economici almeno per i prossimi due anni, quindi la priorità dell’amministrazione deve essere far sì che nessun rivano resti indietro e che a nessuno manchi il cibo sulla tavola. Perché questo non accada – conclude Mosaner – dobbiamo e vogliamo essere vicini alle persone e alle aziende».