Appalto per la gestione del Cup, mozione delle minoranze
Attualmente, per la gestione del servizio, sono impiegate circa 240 persone, quasi tutte donne, i cui posti di lavoro sembrano messi a rischio dal fatto che, per la prima volta nella storia, non è stato previsto, nel rinnovo dell'appalto, l'obbligo di erogare il servizio dal territorio provinciale
TRENTO. Il Gruppo consiliare del Pd, unitamente ad altri Consiglieri di opposizione, ha depositato oggi una mozione - prima firmataria Lucia Maestri - in relazione al nuovo appalto per la gestione del Centro Unico di Prenotazioni dell' Apss.
Attualmente, per la gestione del servizio, sono impiegate circa 240 persone, quasi tutte donne, i cui posti di lavoro sembrano messi a rischio dal fatto che, per la prima volta nella storia, non è stato previsto, nel rinnovo dell'appalto, l'obbligo di erogare il servizio dal territorio provinciale.
Ciò significa che, pur nel rispetto di proporre l'assunzione alle lavoratrici uscenti, l'appaltatore potrebbe offrire sedi di lavoro extraprovinciali, costringendo molte a dover rinunciare. Inoltre - sottolinea una nota del Pd - il servizio di prenotazione potrebbe comunque venire delocalizzato, senza il vincolo territoriale, rischiando, non solo di ritrovarci più di un centinaio di disoccupate, ma anche di creare posti di lavoro in altre Regioni o Stati con i soldi del contribuenti trentini, con buona pace delle dichiarazioni di difesa dell'autonomia speciale e della territorialità. A fronte di tutto ciò, la mozione del Pd impegna la Giunta provinciale a modificare il capitolato d'appalto, prevedendo appunto l'obbligo di assumere il personale uscente occupandolo in luoghi non lontani dalle attuali sedi di lavoro oppure, in subordine, di cancellare la gara d'appalto e di affidare il servizio ad una società "in-house".