Un successo l’incontro a Riva con Alejandro Solalinde
RIVA. Ricco di suggestioni, spumeggiante nell’eloquio, soprattutto impavido di fronte al racket della mafia latino-americana. Così si è presentato al vasto pubblico della sala dialogo dei Verbiti...
RIVA. Ricco di suggestioni, spumeggiante nell’eloquio, soprattutto impavido di fronte al racket della mafia latino-americana. Così si è presentato al vasto pubblico della sala dialogo dei Verbiti Alejandro Solalinde, il prete messicano in lotta contro i trafficanti di uomini, i “migrantes” latino-americani. Appunto la difesa dei migranti dai narcos del Messico era il tema attualissimo della conversazione tenuta, nei giorni scorsi, dal padre messicano e basata sulla sua personale esperienza nella lotta contro i narco-trafficanti: la vicenda di padre Alejandro si intreccia con i 20 mila migranti rapiti ogni anno in Messico, uomini, donne e bambini che spariscono nel nulla. E con i 20 mila indocumentados accolti da questo prete tenace. La conversazione con uno dei protagonisti della difesa dei migranti non ha deluso le aspettative. Incalzato e stimolato dai quesiti posti da Diego Andreatta, direttore di Vita Trentina, padre Alejandro non si è sottratto alle numerose domande del pubblico. «Voglio continuare a difendere i migranti nonostante le minacce e i pericoli», ha affermato padre Alejandro, 72 anni. Sulla sua testa pende una taglia di un milione di dollari e per questo vive da cinque anni sotto scorta: i narcotrafficanti lo vogliono morto. (g.ri)