il ricordo di Ferruccio Bolognani 

«Maria Fede, cittadina onoraria di Arco»

ARCO. Sono in programma questa mattina, alle 11, nella basilica di San Lorenzo a Roma i funerali di Maria Fede Caproni morta domenica nella sua casa romana. A ricordare la figlia di Gianni Caproni è...



ARCO. Sono in programma questa mattina, alle 11, nella basilica di San Lorenzo a Roma i funerali di Maria Fede Caproni morta domenica nella sua casa romana. A ricordare la figlia di Gianni Caproni è l’arcense Ferruccio Bolognani: «Altri diranno meglio di me. Ma non posso esimermi dal sottolineare l’amicizia che mi legava a Maria Fede e di testimoniare l’amore che lei aveva per Arco. La terra che ha visto nascere suo padre, pioniere dell’aeronautica e inventore di decine di brevetti, rendendo famosi gli aeroplani Caproni dopo il primo esemplare assemblato a Massone nel 1907. Non posso dimenticare quando nel 1986 ho lanciato l’idea di celebrare i 100 anni della nascita del conte Caproni benemerito per Arco per aver tolto dalla povertà centinaia di famiglie da lui assunte per il rimboschimento delle rocce brulle del Sommolago, per averle impiegate nello stabilimento del calzaturificio e per aver addestrato centinaia di giovani nella prima scuola meccanica professionale fondata a Prabi.

Mi è testimone Selenio Ioppi, allora sindaco di Arco, per la formazione di un Comitato allora inviso ad alcune parti politiche per celebrare un industriale che aveva 50.000 operai negli stabilimenti Caproni e quindi, come la Fiat, la Breda, l’Ansaldo, impiegati per fornire l’esercito nel conflitto mondiale. In quegli anni pertanto non era facile ricordare le benemerenze dei Caproni. Maria Fede lo aveva compreso e mi aveva sostenuto. Suo fratello Giovanni, a capo della stirpe degli 8 figli del Caproni, aveva promesso di donare 7 aerei del Museo Caproni di Vizzola perché il Comitato di Arco trovasse una opportuna dimora in un capannone come inizio di un museo che onorasse la sua città. Il dono aveva trovato delle difficoltà economiche per dare dignitosa sede nel nostro Comune.

Maria Fede Caproni, con sua madre, aveva condiviso la disponibilità della Provincia per accogliere decine di aerei storici da sistemare in quello che oggi è il Museo dell’aeronautica Caproni di Trento.

Maria Fede mi aveva invitato a Washington con il sindaco Ioppi per inaugurare l’esposizione del Ca 10 nel grande Museo dello spazio e della scienza, nel padiglione che ricostruiva la zona di Arco patria del pioniere. Ricordo la folla in raccolta osservazione di un “trabiccolo” accanto ai mastodonti aerei della storia aeronautica. Maria Fede ha voluto la nostra presenza all’inaugurazione del museo di Trento dove quel “trabiccolo” di aereo era il cimelio storico più curioso che, una volta ricostruito da Marangoni, era stato esposto anche al Casinò di Arco.

Maria Fede mi ha sostenuto nelle varie iniziative che celebravano il padre nella sua terra natale per realizzare il monumento, per l’intitolare la scuola professionale di Mogno. Non posso dimenticare i momenti programmatici negli incontri con Maria Fede e suo marito Pietro Armani nell’oasi di Carobbi dove aveva ristrutturato la casa di suo padre. Maria Fede Caproni può essere ricordata come cittadina onoraria di Arco ed io mi inchino alla sua memoria».













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