La «non scelta» del vice sindaco 

Marocchi ha lasciato ad altri il rischio di decidere. Poi ha seguito il vento



Aspettare di capire dove tira il vento, lasciando ad altri il rischio di affrontare per primi il mare aperto, e poi indirizzare la barca. Ad uscire sconfitto da questa vicenda è il sindaco reggente Giuliano Marocchi. Da Marocchi, candidato in pectore ad occupare in futuro lo scranno più importante, dopo le clamorose dimissioni presentate da Gian Luca Frizzi ci si attendeva da subito una presa di posizione pubblica e precisa sulla vicenda della stele (diventata un caso nazionale). Invece ha preferito il silenzio, quello con la “s” minuscola, quello che permette di galleggiare nell’indecisione che tiene aperte tutte le porte. Non si sa mai. Indecisione che ha rotto solo a giochi fatti, quando ormai gran parte dei consiglieri di maggioranza (ma c’è ancora una maggioranza?) e minoranza si erano già espressi chiaramente a favore della stele per Alba Chiara. Un po’ come scommettere su una partita in corso e a risultato acquisito: ecco, Marocchi ha puntato tutto sulla squadra che a 2 minuti dalla fine della partita stava vincendo 5 a 0. Non proprio un esempio di coraggio politico, quel coraggio che – piaccia o no nei modi e nella sostanza – Frizzi ha avuto rovesciando il tavolo e mettendo tutti nelle condizioni di assumersi un pezzettino di quella responsabilità che i cittadini di Tenno hanno dato ai consiglieri votandoli. Marocchi ha firmato a favore della stele venerdì 25 maggio, ad uffici comunali chiusi, lontano da occhi indiscreti, dopo aver visto come avevano votato gli altri consiglieri comunali.

Resta da capire come l’amministrazione darà attuazione all’impegno di mettere la stele per Alba Chiara così come richiesto dai genitori e come messo nero su bianco da Frizzi.

(g.f.p.)















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