doppio appuntamento ad arco 

Joseph&Josef per la Giornata della memoria

ARCO. «Questa è una delle scuole migliori del paese, formiamo gli uomini della nuova Germania e tu sarai fiero di essere un alunno di questa scuola». È l'estate del 1944, Josef ha dieci anni e vive...


di Maurizio Zambarda


ARCO. «Questa è una delle scuole migliori del paese, formiamo gli uomini della nuova Germania e tu sarai fiero di essere un alunno di questa scuola». È l'estate del 1944, Josef ha dieci anni e vive in Germania, in una fattoria persa nelle lande. Inizia da qui il romanzo di Francesco Fullin che sarà presente venerdi alle 21 presso l'auditorium dell'oratorio di Arco in occasione dell'iniziativa “Joseph & Josef”, il primo ebreo parigino e il secondo tedesco, organizzata per la Giornata della memoria. Nato a Venezia nel 1973, Fullin ha un curriculum che parrebbe ben lontano da quello dello scrittore: laurea in ingegneria aerospaziale al politecnico di Milano, quindi tecnico presso Maserati, Lotus in Inghilterra e quindi alla Ferrari con la responsabilità del reparto di “impostazione del veicolo”. «Oltre alla mia vita professionale nell'industria automobilistica – ci ha spiegato Fullin – c'è anche una passione profonda per il mondo dell'aviazione. Sono pilota per hobby da vent'anni e da sei faccio volo acrobatico, gare e airshow con il biplano». E la scrittura? «Scrivo da quando ero piccolo. All'inizio erano poesie, poi racconti, qualche articolo. Dieci anni fa è uscito il mio primo libro, “Giancarlo” edito da Albatros, e la scorsa estate “La scuola di Josef “per Artestampa». Josef vive con i genitori Ester e Hugo, ma è il nonno dal cuore tenero ad accompagnarlo nella vita delle piccole cose. Pur nelle difficoltà di una terra non generosissima, andrebbe tutto bene, se non fosse che i venti di guerra si presentano con il profilo nero di una grossa Mercedes, in fondo alla strada della fattoria si alza una sinistra nuvola di polvere. Cosa la spinge a scrivere? «Mi affascina l'uomo, con i sui apici e le sue voragini, gigante nano che vaga su questo pianeta ponendosi da millenni domande a cui non ha mai saputo dare risposta, capace di esprimersi nell'arte e di distruggersi con la guerra. Che fenomeno». Da Josef a Joseph il protagonista del film «Un sacchetto di biglie» che verrà proiettato alle ore 21 sempre presso la sala dell'oratorio. La vicenda dei due fratelli raccontata dal regista Christian Duguay è ambientata nella Francia occupata dai tedeschi. Le biglie sono il simbolo di un'infanzia che viene messa alla prova. Entrambe le serate sono gratuite.













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