I dati

Alto Adige e Friuli sono sempre più vicini alla «zona gialla», l'allarme di Battiston

In provincia di Bolzano l’incidenza è a 400 casi ogni centomila abitanti. Il fisico trentino: «L'epidemia è presente, come un fiume in piena»



TRENTO. La provincia autonoma di Bolzano e il Friuli Venezia Giulia si avvicinano a grandi passi alla zona gialla, dal momento che stanno salendo tutti i parametri di riferimento: dall'incidenza ai ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ordinari.

Con notevoli differenze fra le regioni e province, l'epidemia di Covid-19 continua a correre in tutta Italia, passando dalla bassa incidenza della Sardegna, intorno a 33 su 100.000 abitanti per settimana, a quella di 625 della provincia di Trieste.

L'incremento dei casi positivi è di oltre 7.600, individuati con un numero di test quasi triplicato in 24 ore e, guardando ai numeri assoluti, tornano a superare quota mille in Lombardia e Veneto. Intanto l'indice di contagio Rt si conferma superiore a 1 e in salita, pari a 1,33.

I dati del ministero della Salute indicano che i nuovi casi in un giorno sono passati da 5.144 a 7.698, individuati con 684.710 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 248.825 di 24 ore prima.

Il tasso di positività così è sceso in un giorno da 2% all'1,1%. In calo dal 7,4% al 4,3% anche l'indice calcolato facendo il l rapporto fra i casi e i tamponi positivi, secondo i dati del sito CovidTrends.

Sempre in 24 ore i decessi sono aumentati da 44 a 74, e continuano a mostrare una crescita di tipo lineare anche i ricoveri. Nelle terapie intensive sono 481, ossia 6 in più in un giorno; i nuovi ingressi giornalieri sono stati 41.

Nei reparti ordinari sono ricoverati 3.970 pazienti, 162 in più rispetto al giorno precedente.

Salgono anche gli incrementi giornalieri dei casi nelle regioni, a partire da Lombardia ( 1.409) e Veneto (1.278), seguite da Lazio (827), Campania (675), Emilia Romagna (566), Piemonte (523), Sicilia (472), Toscana (305).

Secondo il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), la provincia autonoma di Bolzano, «la cui incidenza è circa 400 casi a settimana per 100.000 abitanti, rischia di superare questa settimana entrambe le soglie dell'occupazione ospedaliera per la zona gialla e di essere quindi così dichiarata venerdì della prossima settimana».

La situazione è simile per il Friuli Venezia Giulia, che «è sopra la soglia per le terapie intensive (13%) e mostra un trend di crescita lineare per i ricoverati nei reparti ordinari con valore corrente pari a circa il 12.5%». Sempre nel Firiuli l'incidenza è circa 260 casi a settimana per 100.000 abitanti, con la provincia di Trieste prima per incidenza in Italia (circa 610) e Gorizia al terzo posto (380 circa), dopo la provincia autonoma di Bolzano. Più lontane dalla zona gialla le Marche.

«L'epidemia è presente, come un fiume in piena, contenuto da argini abbastanza alti grazie in particolare al vaccino. In alcuni casi, però, gli argini potrebbero non essere abbastanza robusti di fronte a comportamenti sociali poco attenti e a un numero non sufficiente di vaccinazioni», ha detto il fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento e coordinatore dell'Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che ha anche messo in guardia: «Aspettare che scattino tutti i parametri necessari per l'ingresso nelle zone a colori in un'intera regione potrebbe essere tardi, quando a preoccupare sono spesso delle realtà più circoscritte, come province e perfino città».

Vaccini e mascherine, ha detto, sono gli strumenti per alzare e irrobustire gli argini e riuscire a piegare la curva, anche in vista del Natale. Intanto arriva una novità anche sul fronte dei farmaci antivirali: seguendo la strada già intrapresa da Merck, l'azienda farmaceutica Pfizer ha firmato un accordo di licenza con la Medicines Patent Pool sostenuta dall'Onu per ampliare l'accesso alla sua pillola antivirale nei paesi in via di sviluppo.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.