Lutto

Addio a Alberto Ferrandi, il comunista che rifiutò la svolta di Occhetto

E’ morto a 83 anni dopo una lunga malattia. Era entrato a Montecitorio con il Pci nel 1986. Il cordoglio del Pd: «Passione profonda e coerente»



TRENTO. Se n’è andato a 83 anni, dopo una lunga e debilitante malattia, Alberto Ferrandi, roveretano, protagonista della politica trentina negli anni 80.

Candidato alla Camera dei deputati nelle file del Pci nel 1983, non venne eletto, ma divenne deputato dal 1986 subentrando a un collega dimissionario; fu riconfermato a Montecitorio anche dopo le elezioni del 1987.

In seguito alla svolta della Bolognina, non condividendo la nascita del Pds di Occhetto, nel 1991 fu tra i 9 deputati del PCI che si unirono a quelli di Democrazia Proletaria, dando vita alla componente parlamentare "DP-Comunisti", embrione della futura Rifondazione Comunista.

Ma dopo la «svolta», Ferrandi lasciò progressivamente la politica attiva, per impegnarsi invece nella promozione dello sport, con l’Uisp, Unione italiana sport popolari, della quale fu presidente a livello provinciale.

Lo ricorda il Gruppo Consiliare del Pd provinciale: «Nella composta dignità che ha caratterizzato tutta la sua vita, Alberto Ferrandi si è spento dopo una lunga e spossante malattia. Nell’esprimere alla moglie ed ai figli tutta la sincera vicinanza ed il cordoglio dei Democratici del Trentino, ne ricordiamo la figura politica, sempre segnata da una passione profonda e coerente e l’impegno ai vertici dell’allora Partito Comunista Italiano, sotto la cui bandiera Alberto divenne Parlamentare della Repubblica nel 1986. Dopo aver vissuto con intimo e lacerante travaglio la cosiddetta “svolta della Bolognina”, decise di astrarsi progressivamente dall’attività politica diretta, investendo invece le sue energie e la sua grande empatia nelle attività sportive rivolte alle dimensioni più popolari, diventando così uno dei dirigenti della U.I.S.P. dove offrì le sue molte disponibilità soprattutto nel settore cicloamatoriale. Nel ricordarlo oggi a quanti lo conobbero e lo apprezzarono, custodiamo il senso della sua passione politica, lontana da meri giochi di compromessi e convenienze, il suo gusto dell’ironia e la sua capacità di intessere rapporti umani, diretti, schietti, del tutto veri» concludono i consiglieri Dem.













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