Abbattimento cervi nel Parco dello Stelvio. Lav: «Fermate il massacro, la specie in sovrannumero è quella dei cacciatori»
La Giunta Provinciale di Trento ha deliberato l’uccisione, con il parere positivo di ISPRA, di 1.500 individui nella zona del Parco Nazionale in cinque anni, ma la Lav si oppone
ABBATTIMENTI. Al via il "Progetto cervo"
TRENTO. Secondo il Parco Nazionale dello Stelvio, nella parte che interessa la Provincia di Trento, il numero di cervi sarebbe eccessivo, al punto che il loro pascolamento causerebbe danni al rinnovamento forestale comportando ricadute negative sulla presenza dei tetraonidi a causa dell’impatto sugli habitat.
Per questo motivo la Giunta Provinciale di Trento ha deliberato l’uccisione, con il parere positivo di ISPRA, di 1.500 individui in cinque anni, praticamente quasi tutti quelli presenti all’interno dell’area protetta dove ne sono stati stimati 1.600.
In una nota, la Lav, Lega Anti Vivisezione, include questo come è uno degli «effetti devastanti dell’emendamento “caccia selvaggia”, approvato dal Parlamento a inizio anno, e che da quel momento consente esplicitamente l’ingresso dei cacciatori nelle aree urbane e nelle zone protette. Saranno infatti un centinaio i cacciatori trentini che potranno scorrazzare nel Parco dello Stelvio per eseguire la condanna a morte decretata dalla Giunta Provinciale. Tuttavia, le ragioni utilizzate dal Parco e dalla Provincia per giustificare la mattanza – continua la nota - non hanno alcun valore scientifico, infatti gli animali selvatici non hanno bisogno di alcun intervento “riequilibratorio” dei cacciatori perché sono sempre in perfetto equilibrio con le risorse che il territorio è in grado di offrire. In realtà sono proprio i cacciatori e la Provincia il vero e unico problema».
La Lav spiega nella nota che in tutta la provincia di Trento sono autorizzati migliaia di siti di foraggiamento, strutture installate nei boschi e utilizzate dai cacciatori per alimentare artificialmente i cervi durante la difficile stagione invernale, aumentandone così il numero di individui per garantirsi una maggiore quantità di vittime nella successiva stagione venatoria. Si tratterebbe di una pratica fortemente condannata dallo stesso ISPRA, ma autorizzata dalla Provincia di Trento.
“Chiediamo quindi la cancellazione immediata del piano di uccisione dei Cervi, la rimozione di tutti i siti di foraggiamento e il divieto di caccia ai tetraonidi su tutto il territorio della provincia di Trento – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici - se c’è un problema nel Parco dello Stelvio e in tutta la Provincia di Trento, non è certo dovuto alla presenza dei Cervi, quanto a quella di una specie molto più dannosa per habitat e animali, le centinaia di cacciatori autorizzati a scaricare tonnellate di piombo su animali che hanno l’unica responsabilità di utilizzare le risorse loro necessarie per vivere”.