Territori

A22, la lettera dei Presidenti delle Province: la difesa dell’affidamento della concessione

Nella lunga lettera, si è riportata l’attenzione sul ruolo dei territori, come anche dell’essenzialità della strada: “Rischio di compromettere interessi collettivi”



TRENTO. "Le richieste o le azioni di annullamento del bando gara pubblicato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, avanzate o intraprese in questi giorni da alcuni operatori del settore che non presentano alcun legame con la storia delle nostre comunità, risultano per tutti noi poco comprensibili nel merito, dannose nei potenziali effetti e contrarie agli interessi collettivi e pubblici che rappresentiamo".

Lo scrivono in una lunga lettera al Sole 24 Ore gli amministratori locali dei territori attraversati dall'A22 del Brennero per la quale c'è in ballo l'affidamento della concessione cinquantennale. Le firme in calce al documento sono quelle dei presidenti delle Province autonome di Bolzano e Trento Arno Kompatscher e Maurizio Fugatti, di quelle di Verona Massimo Pasini, di Modena Fabio Braglia, di Mantova Carlo Bottani e di Reggio Emilia Giorgio Zanni, oltre che dei sindaci dei capoluoghi e delle camere di commercio.

Per i firmatari del documento "l'affidamento rappresenta un aspetto di cruciale importanza" perché a fronte di "un'ingente mole di traffico di attraversamento i cui benefici si riverberano su tutto il Paese" gli effetti dannosi pesano interamente sui territori, "in buona parte in un ambiente, quello alpino, di delicatezza estrema e caratterizzato da spazi limitati". Gli amministratori ricordano come a fondare e "a finanziare, indebitandosi e senza un euro dallo Stato" l'Autostrada del Brennero Spa, costruita 65 anni fa, furono proprio i territori, anche se oggi l'arteria è divenuta strategica per l'Italia e per l'Europa". L'idea di un modello di gestione che "si limiti ad amministrare l'esistente avendo il profitto come elemento dirimente e decisivo", non può venire accettato.

Il bando pubblicato a fine 2024 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, peraltro impugnato poi dalla stessa società A22 di cui gli enti locali sono soci, prevede investimenti per oltre 10 miliardi di euro. Nel bando è previsto anche un modello tariffario contestato da chi ha presentato ricorso. "Si tratta - spiegano nella lettere gli amministratori - di un sistema studiato dall'Autorità di regolazione dei trasporti per tradurre in investimenti d'interesse collettivo i ricavi previsti dalla riscossione del pedaggio, lasciando minor spazio ai dividendi riservati agli azionisti, con un rischio d'impresa molto significativo in capo al concessionario e non più solo allo Stato".

"Non ci pare - argomentano sindaci e presidenti - in grado di ledere il principio di equità come argomenta chi chiede l'annullamento del bando. Anzi, a noi pare esattamente il contrario, ossia un modello che garantisce l'equità, anteponendo gli interessi dei cittadini e degli utenti a quelli, pur certamente legittimi, degli azionisti".













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