Popolizio legge “Pastorale americana”, attualissima al tempo di Trump



L’attualità di Pastorale americana non sta solo nell’adattamento cinematografico di Ewan McGregor nelle sale dal 27 ottobre, o nell’audiolibro Emons letto dal bravissimo Massimo Popolizio (al cinema Romanzo Criminale e a teatro Lehman Trilogy), ma anche nella cronaca politica di questi giorni, con l’elezione di Donald Trump.

Diversi osservatori hanno sottolineato come, a orientare il voto di milioni di elettori dell’America profonda, sia stata la nostalgia. La nostalgia per gli Stati Uniti che non ci sono più: quelli dell’industria pesante e del petrolio, del mattone e del cemento, di una ricchezza che si toccava con mano.

Insomma, l’America dello Svedese, appunto il protagonista del favoloso romanzo con il quale Philip Roth vinse il Pulitzer nel 1998. Bello, biondo, ebreo, campione nello sport e nella vita: tutto splende, nella vita di Seymour Levov, fino a quando la figlia Merry, bruttina, grassa e balbuziente, non gli porta la contestazione contro la guerra del Vietnam in casa, facendo esplodere un ufficio postale e, assieme a quello, il modello di società del sogno americano. Prostrato dal dolore, qualche anno dopo anche lo Svedese prenderà atto dell’imperfezione di un modello che ha sostituito l’essere con l’avere, le apparenze ai sentimenti.

Speriamo di sbagliare, ma l’impressione è che l’America profonda che ha eletto Trump – mossa dalla paura e dalla povertà – voglia tornare proprio a quel modello, imperfetto ma più facile di quello della solidarietà, del dialogo e dell’integrazione. Dell’essere e non solo dell’avere.

Pastorale americana - Philip Roth
letto da Massimo Popolizio
Emons, 1 CD MP3/download













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