Viaggio negli inferi prodotti dalla flessibilità

“Non è lavoro, è sfruttamento” ha portato a Marta Fana ampia visibilità mediatica: presentazioni in tutta Italia, recensioni, interviste, partecipazioni ai maggiori talk show televisivi quando si...



“Non è lavoro, è sfruttamento” ha portato a Marta Fana ampia visibilità mediatica: presentazioni in tutta Italia, recensioni, interviste, partecipazioni ai maggiori talk show televisivi quando si parla di lavoro. Ma il suo nome si era fatto largo già nel 2016, quando una sua lettera aperta al ministro del lavoro Poletti (“Avete fatto di noi i camerieri d’Europa”) venne pubblicata sul sito dell’Espresso. Un punto di vista che il libro dettaglia con una messe di dati e racconti di vecchie e nuove figure professionali: i turni massacranti nella logistica, i lavoratori della Biblioteca Nazionale di Roma pagati con rimborsi spese di 400 euro per part time di 24 ore settimanali, il cottimo dei fattorini, i call center. Storie incrociate con le avvilenti statistiche del Jobs Act e le degenerazioni del sistema voucher. Un’analisi chiara fin dalla prefazione: «Il precariato è la risposta feroce contro la classe lavoratrice - scrive - il tentativo più riuscito di distruzione di una comunità che aveva in sé un connotato, quello di classe, che si caratterizza per una comunanza di interessi in costante conflitto con gli interessi di chi ogni mattina si sveglia e coltiva il culto dell’insaziabilità, dell’avidità che si fa potere».













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