Trainotti sul mercato per sostituire Marble. Chiuso quello italiano
I bianconeri hanno finito i visti e quindi dovranno trovare un comunitario. Quasi impossibile rimpiazzare Baldi Rossi
TRENTO. Nemmeno il tempo di festeggiare il momento più alto della storia della “sua” Aquila Basket, per Salvatore Trainotti. L’impresa compiuta sul parquet della capolista Olimpia Milano è costata infatti i gravi infortuni alle ginocchia (inutile girarci intorno, per quanto manchi ancora l’ufficialità clinica) di Filippo Baldi Rossi e Devyn Marble. Il general manager bianconero spera ovviamente in diagnosi meno gravi di quanto i primi accertamenti – e le impressioni dei due giocatori – non abbiano lasciato intendere fino a ieri pomeriggio. E sottolinea che prima di tutto, anche per la società, vengono la salute e la carriera sportiva dell’ala grande emiliana e della guardia americana. Ma, con la qualificazione ai playoff praticamente in tasca e con la prospettiva di godere del vantaggio del campo nella serie dei quarti di finale contro un avversario abbordabile – ma di chi deve aver paura, a questo punto, la Dolomiti Energia? – l’esigenza di garantire almeno un rimpiazzo a coach Maurizio Buscaglia è cogente. Almeno uno, perché il mercato italiano (Serie A e LegaDue) è chiuso: come dire che “Filo” è insostituibile. E, speso l’ultimo visto proprio per l’ex Orlando Magic dopo l’infortunio di David Lighty, anche quello straniero è limitato ai comunitari.
«I ragazzi sono stati sottoposti ai primi accertamenti, ma abbiamo bisogno di nuovi esami per appurare la natura e la gravità delle lesioni che hanno subito – spiega Trainotti – In ogni caso, non sono problemi che potranno essere superati in due settimane. Detto questo, il mio primo pensiero è comunque per Filippo e Devyn. Domenica sera, al Forum, non mi sembrava nemmeno di aver vinto. Poi, ovviamente, comincia il mio lavoro, che consiste appunto a pensare a delle alternative».
Ma gli spazi nei quali il general manager dell’Aquila Basket potrà muoversi, come abbiamo già sottolineato, sono decisamente angusti. «Sul mercato straniero abbiamo la possibilità d’ingaggiare un giocatore con passaporto europeo, un “Bosman A”, come vengono chiamati in gergo: francesi, spagnoli, tedeschi, croati... – sottolinea Trainotti – Il problema è che i “Bosman” A buoni, in questo momento della stagione, stanno giocando, dovremo trovare la società che ne liberi uno. Per quanto concerne Filippo Baldi Rossi, il mercato italiano è chiuso e quindi c’è poco da fare. Ma abbiamo Moraschini e Lechthaler, che a questo punto troveranno sicuramente più spazio. Potremmo prendere due “Bosman A”, ma dovremmo schierarne comunque uno solo». Trainotti non dice, invece, se quel comunitario sarà un “2”, al posto di Marble, o un “4” (o “4-5”), al posto di Baldi Rossi. «Sapete che, da questo punto di vista, noi siamo “creativi”, come abbiamo dimostrato in occasione dell’ingaggio di Sutton – conclude – Valutiamo (lo stesso Trainotti, il suo assistente Jared Ralsky e coach Maurizio Buscaglia, ndr) quello che c’è sul mercato, vogliamo un giocatore buono, non un “2” o un “4”».
Dal basso delle nostre limitate competenze cestistiche riteniamo che la Dolomiti Energia non possa correre il rischio di abbassare ulteriormente un quintetto già assolutamente atipico. Ma, se i risultati saranno quelli del cambio Jefferson-Sutton, corriamo volentieri il rischio di essere smentiti.
Twitter: @mauridigiangiac
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