Rovereto: con Pippo Inzaghi contro l'Aids

Il campione rossonero sarà il testimonial del progetto in Zimbabwe «Un amico in più»


Paolo Trentini


ROVERETO. Filippo Inzaghi sbarca a Rovereto. Il campione del Milan sarà il testimonial d'eccezione del progetto "Un amico in più per fermare l'aids in Zimbabwe", curato dall'onlus roveretana Amici del Senatore Giovanni Spagnolli. Da sempre attento alle persone bisognose, l'attaccante rossonero ha accettato con entusiasmo l'invito fattogli da Elena Albertini. Responsabile alla formazione del settore giovanile del Parma dal 1992 al 1996 e moglie dell'allora dg della società emiliana Gianbattista Pastorello, Elena Albertini conosce Superpippo da una vita. Un'iniziativa fortemente voluta anche in nome dell'amicizia che da lungo tempo lega Elena col medico Carlo Spagnolli e con il presidente dell'associazione, Giuliano Tasini. Inzaghi arriverà a Rovereto all'incirca a metà marzo e si fermerà in città un'intera giornata per visitare i musei, incontrare il pubblico (e i tifosi) e partecipare alle diverse iniziative organizzate dalla onlus roveretana.
Il progetto umanitario dell'associazione, che quest'anno festeggia i 10 anni di attività, nasce nel 2002 e ha come scopo aiutare i malati di aids dello Zimbabwe a convivere con la malattia: «Un sostegno quanto mai necessario - ha affermato il dottor Carlo Spagnolli - senza il quale, soprattutto in questi periodi di crisi, risulta difficile svolgere con efficienza il lavoro. Appena nato era un progetto pilota, i farmaci specifici antivirali costavano molto e non esistevano quelli generici. Siamo stati dei pionieri, in uno stato dove gli ammalati negavano la loro malattia per il terrore di morire. La nostra più grande soddisfazione è quella di aver dimostrato che si può convivere in maniera dignitosa col virus e aver contribuito all'accettazione delle norme igienico-sanitarie per prevenire il contagio. Il nostro target sono soprattutto le mamme, la colonna portante della società del posto che ci hanno permesso di arrivare ai bambini. Nel 2002 avevamo addosso gli occhi curiosi dell'Unicef e dell'Oms, adesso sono attivi quattro centri di cura».
Nello Zimbabwe sono circa 600.000 casi conclamati di aids e di questi soltanto la metà riceve cure. Grazie alle donazioni, Spagnolli e colleghi hanno curato più di 1500 persone nonostante le donazioni siano in diminuzione. Colpa dell'indifferenza e della crisi, anche se il Trentino è tra le regioni più virtuose: «Lavoro in Africa dal 1975 - conclude Spagnolli - e debbo dire che il Trentino è la regione che in assoluto irradia volontari in tutto il mondo. Una regione piccola, ma molto ricca dal punto di vista del volontariato, della solidarietà e anche un esempio di concretezza che andrebbe esportato nel mondo».

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