Panizza l’americano sposa l’Anaune e non rimpiange la D
Calcio. Reduce da 4 mesi negli Usa, giocherà in Promozione «La mia Fersina grande gruppo, non si può improvvisare»
TRENTO. Panizza is come back. Si dice così? «Sì, sì, esatto». Da lunedì pomeriggio Davide Panizza è ufficialmente un giocatore dell'Anaune Val di Non e, dunque, nel girone di ritorno correrà sui campi della Promozione trentina. Il “puntero” di Vermiglio, che è una paesino di 2mila anime ma sforna ottimi giocatori come se piovesse, vedi anche gli ex professionisti Alessio e Manuel Mariotti e Giuliano Depetris, già nel settore giovanile dell'Alto Adige, torna a fare quello che più gli piace, ovvero giocare a pallone e, lo dicono i numeri, segnare tanti gol.
Dopo quattro mesi “sabbatici” passati a Santa Monica, ospite del cugino che lì risiede ormai da tempo, a dicembre Panizza è tornato in Trentino. Per restarci: l'Anaune ha fatto carte false per assicurarsi il suo delizioso sinistro e lui alla fine ha detto sì senza riserve. Qualche altra società l'aveva cercato (ma non la Fersina: strano), ma alla fine il 27enne solandro ha scelto di sposare la causa del sodalizio di Cles, i cui progetti sportivi sono seri e ambiziosi. Lunedì prossimo inizierà la nuova avventura, che gli permetterà di conciliare l'attività lavorativa di questi mesi e il pallone.
«Ho terminato l'università a luglio – spiega Panizza – e dunque non risiedo più a Trento. Sono tornato a Vermiglio e dunque avevo l'esigenza di trovare una sistemazione comoda e che mi permettesse di lavorare. Io faccio il maestro di sci e, dunque, posso allenarmi solamente di sera. L'Anaune mi ha cercato con insistenza, mi ha fatto sentire importante e ha messo sul piatto un progetto decisamente interessante. La presenza di Mariotti e Depetris è stata un ulteriore stimolo e, alla fine, ho deciso di accettare. Sono carico, non vedo l'ora di cominciare perché giocare a calcio è la cosa che mi piace di più».
In America si è dedicato esclusivamente allo studio della lingua inglese? Il pallone l'ha dimenticato per quattro mesi?
«No, no, ci mancherebbe. Mi allenavo con una squadra per tenermi in forma, anche se non ho disputato alcuna partita ufficiale. Il livello non era molto alto, però è servito per mantenermi in forma».
In serie D le cose vanno malissimo per Mezzocorona, Fersina e Dro.
«Devo dire la verità: non sono molto informato a riguardo. In America guardavo sempre i risultati il lunedì ed ero in contatto con qualche amico, ma è troppo poco per esprimere un giudizio. Conoscendo bene la categoria l'unica cosa che posso affermare con certezza è che in D non s'improvvisa nulla e la classifica è quasi sempre veritiera».
Lo scorso anno con la Fersina centraste un risultato strepitoso.
«Alla base di tutto c'era un grande gruppo che, anche nei momenti di difficoltà, è rimasto sempre unito e tutti, anche chi giocava meno, hanno remato compatti nella stessa direzione. La compattezza e la determinazione ci hanno permesso di arrivare alla meta».
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