Giro d'Italia

Moser, cronoscalata «non troppo piano»

Il cembrano è 45esimo a 3’08: «Volevo recuperare, ho la testa giusta per provarci ancora in fuga»


Maurizio Di Giangiacomo


ALPE DI SIUSI. Anche contro il tempo il miglior ciclista regionale, a questo Giro d’Italia, è Moreno Moser, come già suggeriva la classifica generale: il cembrano della Cannondale ha chiuso la sua prova 45esimo a 3’08 dal russo Foliforov. Eppure, a sentire lui, dopo le fatiche del “tappone dolomitico” di sabato, che l’ha visto protagonista dell’ennesima fuga a 37 e “saltare” solo sulle terribili rampe del passo Giau, ieri ha cercato di risparmiare in vista dell’ultima settimana, nella quale ci proverà ancora. «Non è una salita durissima, io l’ho presa tranquilla perché volevo recuperare, ma non troppo piano perché altrimenti avrei fatto ancora più fatica. Lo sforzo di ieri (sabato, ndr) si è fatto sentire, ma lo hanno sentito tutti. Non siamo mai andati regolari, è stata una continua rincorsa, anche se la fuga era così numerosa».

Si è infilato in un sacco di fughe, ci proverà ancora?

«Ci ho provato quasi sempre, quella di Asolo poteva essere la volta buona se ci avessero lasciato andare, ma c’erano diverse squadre non rappresentate e non è andata neanche quella».

Ci proverà in Trentino?

«Martedì è difficile, perché la partenza, almeno a giudicare dal Garibaldi, è tutta a scendere. Domani (oggi, ndr) riposo totale, sperando di poter recuperare un po’ d’energia per martedì: vediamo cosa dicono le gambe, la testa per provarci ancora comunque c'è».

Racchiusi in una quarantina di secondi, tra la 111esima e la 125esima posizione, gli altri regionali. Daniel Oss, che ha chiuso a 5’03 dal vincitore, temeva addirittura di essere andato fuori tempo massimo. «È andata male, ho fatto tanta fatica, gli sforzi cominciano a farsi sentire, adesso costa tutto, anche una cronoscalata. La strada era larga, io l’avrei preferita più stretta, per sentire meglio l’incitamento dei tifosi. Però è stato bello lo stesso».

Una fatica accresciuta dalla sfortuna della Bmc in questo Giro d’Italia?

«Non abbiamo un leader, siamo qui per cercare vittorie di tappa, fughe e volate, insomma, siamo un po’ liberi. È vero, abbiamo avuto un po’ di sfortuna, io sono caduto, Atapuma è stato ripreso ieri (sabato, ndr) a 2 km dal traguardo, ma adesso è nella top 15 e l’ultima settimana non è per niente scontata».

Ci proverà ancora?

«Andalo può essere la giornata buona, ma anche la penultima, forse a questo punto le fughe arriveranno».

125esimo a 5’22 Matteo Trentin (Etixx Quick Step): «È andata – dice sorridendo – In prove come queste mi baso sulla potenza e sulle sensazioni, ma bisogna tenere conto che la giornata di ieri (sabato, ndr) è stata distruttiva, gente come me deve badare al minimo dispendio. Ma io mi sento bene, mi sono infilato in due fughe ieri e l’altro ieri (sabato e venerdì, ndr), non erano ovviamente le mie tappe, ieri l’ho fatta soprattutto per salvarmi e anche oggi ho salvato il salvabile».

Dopo due sesti posti e un Giro comunque positivo per la Etixx-Quick Step, dove pensa di riprovarci?

«Quella di Cassano d’Adda è tappa per velocisti e ormai siamo rimasti in pochi, si è ritirato anche il mio compagno Sabatini, da battere ci sono Nizzolo e Modolo, ci proverò. C’è la tappa di Pinerolo, ma con quella salita nel finale mi sembra un po’ un terno al lotto. E poi c’è l’ultima».

Giorno di riposo?

«Siamo a Ortisei, di andare a casa non se ne parla, tra reperibilità ed altre questioni: verranno Claudia e Giovanni a trovare me».

133esimo a 5’41 e molto provato Manuel Quinziato (Bmc):«È andata un po’ meno bene di ieri, la fatica oggi si è fatta sentire. Ho tenuto un ritmo regolare, forte per uno di 77 chili come me. Ieri era andata molto meglio, purtroppo in una cronometro non puoi gestire lo sforzo».

Twitter: @mauridigiangiac

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano