Pattinaggio

Giovannini nella scia di Sighel e Fabris

Quinto agli Europei allround, è “esploso” alla stessa età dei due illustri precedessori


di Marco Marangoni


BASELGA DI PINE'. Andrea non era ancora nato quando il 22 marzo del 1992 il suo grande idolo della fanciullezza, Roberto Sighel vinceva a Calgary il titolo mondiale allround con tanto di primato mondiale. Andrea era un ragazzino che muoveva le prime pattinate sull’ovale di Miola di Pinè quando l’altro suo idolo, Enrico Fabris, stava bussando alla porta dei grandi delle lame lunghe classificandosi quarto ai Mondiali allround di Hamar. Andrea Giovannini è il campione del pattinaggio velocità italiano di oggi che guarda molto ad un passato di trionfi. Il quinto posto alla kermesse continentale di Minsk, l’ultima dopo oltre trent’anni che prevedeva i 10.000 metri la distanza più lunga (dal prossimo anno saranno sostituiti dai 1000), per il talento trentino vale davvero molto. Scorrendo gli annuari del pattinaggio veloce italiano, si evince che l’età della svolta è quella dei 22 anni, mese più mese meno. A 22 anni erano sbocciati anche i due più grandi allrounder azzurri. Sighel, a 21 anni e 11 mesi, il 22 gennaio del 1989, chiudeva al quinto posto l’Europeo di Göteborg. Fabris nel 2004, circa un mese prima dell’exploit iridato in Norvegia, terminava settimo la rassegna europea di Heerenveen. Due anni dopo sotto la chiglia della nave vichinga della pista di Hamar, il campione di Roana conquistava il titolo europeo, antipasto degli allori olimpici di Torino.

«Il mio obiettivo era entrare nei primi otto e quindi poter disputare l’ultimo Europeo che prevedeva ancora i 10.000 metri. Sapevo di essere in buone condizioni ma non mi sarei mai aspettato un quinto posto che per me è un punto di partenza – dice saggiamente Andrea, rientrato ieri pomeriggio nella sua Rizzolaga – La distanza che mi ha dato le maggiori soddisfazioni sono stati proprio i 10.000. Ero in batteria assieme al lettone Silovs. Sapevo che per stargli davanti dovevo batterlo di almeno sei secondi. Alla partenza mi ero ripromesso di aumentare il ritmo negli ultimi dieci giri. Dopo il sesto chilometro ho visto che stavo girando regolare e che soprattutto stavo bene, quindi sono andato via in progressione. A quel punto era diventata una sfida tra me e lui».

Giovannini, portacolori delle Fiamme Gialle, a livello mondiale giovanile, alla rassegna di Collalbo 2013 si è messo al collo tre medaglie a livello individuale, l’oro sui 3000, l’argento sui 5000 ed il bronzo nella classifica allround. Tra un mese a Kolomna in Russia ai Mondiali singole distanze, nei 5.000 e nei 10.000 Andrea potrà sognare in grande.

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