Calcio serie A. La bufera sullo scudetto del 2006 aleggiava sulla presentazione del nuovo trainer

Gasperini: «La mia Inter divertirà»

Ad Appiano gentile il debutto ufficiale: «Facchetti? Vicenda dolorosa»



APPIANO GENTILE. «L'Inter è già un gruppo forte che può solo migliorare. Qualche partenza di lusso (qualcuno fa il nome di Sneijder) sarà magari dolorosa ma utile a far cassa e a investire come si fece con Ibrahimovic. Mourinho è indimenticabile però è tempo di pensare al futuro, a giocare, a fare risultato, a divertirsi e a far divertire». E' il manifesto di Gian Piero Gasperini, il nuovo allenatore dell'Inter, presentato al Centro Sportivo Angelo Moratti ad Appiano Gentile.

Solo pochi tifosi ai cancelli nell'afa di mezzogiorno in una giornata che non sa di festa: la conferenza di Gasperini cade all'indomani della relazione del procuratore generale della Federcalcio Stefano Palazzi che accusa l'Inter di illecito per lo scudetto del 2006. L'allenatore - un tempo alle giovanili juventine - di fronte alla gigantografia di Giacinto Facchetti che domina la sala - dice: "E' una vicenda dolorosa questa che riguarda Facchetti. Io però la penso diversamente. Abbiamo l'esigenza di preoccuparci del campo, questo può aiutare a cancellare il resto. Alla gente piace il gol, la partita, dobbiamo preoccuparci di questo". Lui non si sente un ex juventino: è legato ai colori rossoblù del Genoa e del Crotone. "Ho allenato a lungo la Juventus ma il settore giovanile - spiega - non la prima squadra. Ci sono tanti allenatori che sono passati da una panchina all'altra e magari non hanno avuto la stessa etichetta che ho avuto io, che mi sono occupato essenzialmente di giovani e lo dico con grande orgoglio, visto che tanti di quei giovani oggi fanno parte della nazionale di Prandelli, senza aver mai giocato in prima squadra, così come non ho mai allenato io in prima squadra. Il mio percorso credo che sia comunque indipendente e, in questo momento, ho un attaccamento professionale in più per i colori rossoblù, del Crotone e del Genoa". Il tecnico di Grugliasco non è ipnotico e incantatore come Mourinho, sogna meno di Leonardo, non ha il gusto della stilettata anglosassone di Benitez: la cifra di Gasperini è nel suo low profile. Compostezza, serietà, voglia di fare nelle dichiarazioni programmatiche: anche il look è quello che meglio gli si addice, severa grisaglia, camicia celeste e cravatta scura a pois.

Gli sono pervenuti messaggi da Madrid come quelli che riceveva Leonardo?: "Non ne ho ricevuti ma io e Josè non ci siamo mai frequentati fuori dal campo. Abbiamo sempre nutrito stima reciproca in campo. Anche quando lo criticavano come allenatore, ho sempre sostenuto che fosse un grandissimo e non solo mediaticamente perchè riusciva sempre ad ottenere il massimo. L'ho sempre stimato, una stima disinteressata perchè non siamo molto amici".

"Non so se dia l'impressione - sdrammatizza riguardo alla difficoltà dell'impresa nella quale si è imbarcato - di essere preoccupato, ma sinceramente non ho alcuna preoccupazione. Voglio iniziare a lavorare con la volontà di creare un ambiente positivo dove sia anche divertente giocare a calcio. E così che affronto questa avventura con l'Inter, così come ho fatto al Genoa e in categorie inferiori. Vorrei riproporre quello spirito oltre alle alchimie tattiche. Voglio una squadra che si diverta, che diverta". Ma tira un'aria non bellissima.













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