E voi non portereste a Londra uno così?
Fenomeno Moser. Lo zio Francesco, Casagranda e Zanolini in coro: «Non convocarlo alle Olimpiadi è un delitto»
TRENTO. Punto primo: l'altroieri Moreno Moser si è dimostrato corridore vero. Punto secondo: meglio il Giro di Polonia piuttosto che il Tour de France. E' ancora giovane e bisogna andare per gradi. Punto terzo: alle Olimpiadi di Londra doveva essere titolare e non una semplice riserva a casa.
Non lo dicono solamente i tanti tifosi del “campioncino” paluero, ma anche gli addetti ai lavori. O, meglio, chi in bicicletta ci è stato, ha corso per anni e ha pure vinto. E tutti sono d'accordo. Francesco Moser è pragmatico nell'analisi dell'incredibile vittoria ottenuta martedì dal nipote sul traguardo di Jelenia Gora, ma pure polemico con chi ha deciso di lasciare a casa l'enfant prodige del ciclismo italiano dalle Olimpiadi.
«Il suo è stato un allungo - spiega lo zio “Checco” - è partito troppo presto e alla fine ha rischiato di piantarsi. Comunque ha ottenuto una grande vittoria ed è logico che non sia stato mandato al Tour de France: è solamente al primo anno tra i professionisti e ha ancora tanto tempo per partecipare alle corse a tappe importanti. L'altro giorno ha vinto Pinot che ha 22 anni? E' vero, ma Moreno è nato il giorno di Natale e dunque ancora più giovane del francese. Non bisogna avere fretta. E, comunque il Giro di Polonia è una gara importante alla quale prendono parte “signori” corridori. Più che altro adesso mi auguro che la squadra lo aiuti, come lui ha fatto in maniera irreprensibile con Sagan in Svizzera». Infine la “bordata”: non portare Moreno a Londra è un delitto. «Ho parlato con chi di dovere – conclude senza peli sulla lingua l'ex campione del mondo di San Cristobal – e ho espresso chiaramente il mio pensiero, ovvero che alle Olimpiadi ci devono andare i giovani. Soprattutto se stanno bene e hanno dimostrato di poter essere competitivi come nel caso di Moreno. In Nazionale però - ecco la “stilettata” finale - comanda Bettini e dunque non si può far altro che prendere atto della decisione del Commissario Tecnico».
Stefano Casagranda ha visto all'opera dal vivo il 21enne della Liquigas poche settimane fa in Valsugana durante la settimana tricolore. E ieri si è goduto il successo di Moser in differita streaming su Internet. «Volata, scatto o allungo? - commenta divertito l'ex professionista di Alessio e Saeco -. Per me Moser semplicemente ha fatto una cosa incredibile. Un gesto tecnico alla Saronni, per fare un paragone importante, che conferma le sue immense doti. Nel gruppo non c'erano velocisti, ma quando lui è partito nessuno dei trenta e passa che erano con lui è riuscito nemmeno a stargli dietro per un metro. Il Tour de France? E' molto forte, se proseguirà su questa strada le soddisfazioni non gli mancheranno nel prosieguo della carriera e quindi ha ancora tanto tempo per partecipare alla corsa francese. Il ciclismo di oggi è logorante sia dal punto di vista fisico che mentale e, secondo me, la Liquigas fa bene a non “spremerlo” troppo. Le Olimpiadi? Per come va in questo momento ci stava sicuramente, però sono state fatte scelte diverse. E, per quello che so (non dimentichiamoci che la nazionale azzurra è stata in ritiro poche settimane fa proprio in Valsugana, ndr), la decisione del Commissario Tecnico è stata parecchio sofferta».
Christian Zanolini, dal 1993 al 1995 professionista con la Jolly Componibili, la Carrera Jeans (con Pantani e Chiappucci) e la Lampre (con Pavel Tonkov e Maurizio Fondriest), non ha adubbi: Moreno Moser ha i cromosomi del campione. «Moser è un talento puro – spiega l'ex ciclista bolzanino – e ha una “sparata” veramente micidiale: l'ha dimostrato due giorni fa in Polonia, ma aveva già fatto vedere al Laigueglia, quando era partito a due chilometri dall'arrivo e tanti saluti a tutti. Se non gli prendi immediatamente la ruota poi è praticamente impossibile raggiungerlo. E' il giovane che più mi piace: fatte le debite proporzioni mi ricorda un altro Moreno, Argentin. Adesso bisogna capire se Moser è corridore da corse a tappe o da gare di un giorno: quello che è certo è che siamo di fronte ad un campione».
E, allora, non sarebbe stato meglio vederlo al Tour de France o, meglio ancora, alle Olimpiadi? «Sono due completamente diversi – conclude Zanolini -. Secondo me è stato giusto non portarlo al Tour: è reduce dal Giro di Svizzera, una gara durissima e in questa stagione ha già corso parecchio. Meglio, dunque, tenerlo tranquillo almeno per quest'anno e non rischiare di “bruciarlo” anzitempo. Moser, invece, avrebbe meritato la convocazione per le Olimpiadi: Paolini può fare bene, ma io avrei portato comunque un giovane come Moreno, vista la sua condizione eccezionale».
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